1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me rappresenta un modo per esprimere i miei valori e affrontare tematiche che mi stanno a cuore. Io spero sempre che i miei libri lascino un ricordo duraturo nei lettori e in qualche modo siano loro d'ispirazione per migliorare, se necessario, sotto alcuni aspetti, principalmente di natura morale.
Quando scrivo mi immedisimo nei miei personaggi e vivo il "clima" della storia, quindi le emozioni cambiano di volta in volta e di capitolo in capitolo.
In generale provo una gran soddisfazione per essere capace di creare qualcosa di unico che prima non esisteva.
Quando poi ricevo dei riscontri positivi da chi ha letto le mie storie, provo una gioia immensa.
La scrittura per me è fondamentale, quasi terapeutica, e non potrei mai rinunciarci.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il protagonista è ispirato a me, tanto caratterialmente quanto fisicamente.
Anche il contesto famigliare e l'ambientazione traggono spunto dalla mia vita personale.
Ciò che poi accade nella storia è frutto di fantasia, ma il comportamento del protagonista si basa su quello che credo terrei io vivendo la situazione descritta.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivendo quest'opera volevo trattare un argomento a cui tengo molto, ossia l'importanza di non essere indifferenti quando si è di fronte alla violenza, sebbene agire possa portare dei guai.
Penso di aver espresso bene questo messaggio e spero che sia compreso e possa ispirare altre persone.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Di solito scelgo il titolo prima ancora di iniziare a scrivere il testo e raramente lo cambio in corso d'opera.
Così è stato per questo libro.
La scelta è stata abbastanza semplice e non ci ho dovuto pensare a lungo.
Mi piaceva il paradosso tra il titolo e ciò che accade nella storia.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Vorrei con me George R.R. Martin perché lo stimo tantissimo e vorrei parlare con lui in modo da scoprire come è riuscito a creare una storia tanto lunga, coinvolgente e complessa, con una quantità enorme di personaggi, tutti interessanti e ben studiati.
6. Ebook o cartaceo?
Sono un sostenitore del cartaceo, perché credo che la sensazione di sfogliare le pagine e sentire l'odore della carta sia qualcosa di unico.
Ad ogni modo non disprezzo gli ebook e ritengo che siano una valida alternativa.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È accaduto sei anni fa circa e non è stata proprio una scelta.
Mi è sempre piaciuto inventare storie, soprattutto da piccolo quando giocavo con pupazzi, soldatini, ecc.
Nell'adolescenza ho sviluppato la passione per la scrittura grazie ai temi che svolgevo a scuola.
Finito il liceo, per un po' ho lasciato perdere completamente questo mio lato creativo, ma poi un giorno ho avuto l'ispirazione per una storia e ho deciso di provare a scriverla.
Non è stato semplice e il mio stile era acerbo, ma ho adorato il risultato finale e soprattutto le sensazioni che ho sperimentato.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Un giorno assistetti dalla finestra di casa mia al litigio di una coppia che passava per strada e da lì presi spunto per la mia storia.
Ovviamente la discussione non finì male come nel mio libro e non dovetti interventire, ma la mia fantasia fece il resto.
È stato il libro che ho scritto più velocemente, in circa un mese.
Non ho faticato a sviluppare lo svolgimento della storia e anche la stesura in sé mi è risultata abbastanza semplice, entrambe cose che non mi sono mai più capitate.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un'emozione stupenda. Già riuscire a completare un'opera a computer è meraviglioso, ma avere in mano la copia cartacea e sapere che chiunque può ottenerla è tutta un'altra storia.
È una delle più grandi soddisfazioni che abbia provato in vita mia.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
È stata la mia fidanzata, che ai tempi era soltanto un'amica.
A lei piacque molto, pur essendo la prima stesura, dunque piena di errori e nemmeno impaginata a dovere.
Il suo giudizio positivo mi ha spinto a credere nel potenziale della storia e dunque è anche grazie a lei se ora è stata pubblicata.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che sia un'innovazione interessante e con un gran potenziale.
Non sostituirà mai per me il piacere che si prova a leggere un libro, ma in certe situazioni, e con i giusti narratori, può rappresentare una gradevole e utile opzione.