1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Elena De Giovanni, sono nata a Como il 31 luglio 1988.
Vivo da sempre a Lipomo, un paesino vicino Como e vivere leggermente fuori dal centro, l’ho sempre trovato molto rilassante e rigenerante.
Un po’ come la scrittura. Mi ha sempre tenuto lontano da problemi o preoccupazioni.
Così è nato il libro, in piena pandemia. Vivendo da sola, e non potendo vivere realmente la mia vita, è come se, scrivendo istintivamente, ho creato e vissuto la vita dei miei personaggi.
È stata una bellissima esperienza!
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Considerando che ho scritto il libro in piena pandemia e avendo molto tempo libero per alcune settimane, mi ci sono dedicata notte e giorno.
Da che sono tornata a pieno regime con il lavoro, preferisco scrivere la sera tardi. La sera prendono vita più pensieri, perché forse sono più rilassata e senza la testa nel lavoro.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non so se è da definire un’autrice contemporanea ma ho sempre apprezzato molto Patricia Cornwell.
Ho letto moltissimi suoi romanzi gialli.
Forse è da lì che mi è nata la voglia di scrivere un giallo.
4. Perché è nata la sua opera?
Perché mi sono trovata, un po’ come tutti, in un momento ti sconforto, panico e paura.
Da qui, forse per carattere, anzi sicuramente per carattere, non mi piace affossarmi e stare con le mani in mano, quindi reagisco e la mia reazione è stata quella di rendere utile il tempo a mia disposizione attendendo tempi migliori.
Ho sempre avuto poco tempo da dedicare alla casa e a serate tranquille, da sola per esempio sul divano, e trovandomici...il libro è nato da solo, accendendo il computer e aprendo una pagina word.
Mi stupisco ancora di quanto poco tempo ci abbia messo a scriverlo!
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influenzato moltissimo. Nel mentre che nasceva il libro, mi chiedevo quanto la tecnologia e i social possano influenzare la nostra vita. Nel bene e nel male ovviamente. E penso che, se non sfruttata nel modo giusto, la tecnologia può essere molto pericolosa, anche perché dietro ad uno schermo di un computer o di un telefono, ci sono comunque persone con sentimenti ed emozioni.
Non credo sia da sottovalutare questo ultimo aspetto.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Dipende. Per me e un’evasione ma capacissima anche di rendere reale una storia di fantasia, parlando in modo astratto o anche più diretto, di problemi attuali.
È questo il bello della scrittura!
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Una volta finito, mi sono resa conto che in tutti i personaggi c’è qualcosa di me ma anche di alcune persone che mi circondano.
Non è stato voluto, proprio perché è nato all’improvviso.
Alcuni particolari, addirittura, me li hanno fatti notare gli altri!
Ripeto che è proprio questo il bello della scrittura. Dare vita a noi e a quel che siamo, attraverso i personaggi se si vuole, oppure no.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Onestamente no. Ho fatto di testa mia senza parlarne subito con qualcuno. Quando ho capito che stava nascendo davvero un libro allora l’ho detto!
Certo poi c’è chi mi è stato vicino nella lettura della primissima bozza e la correzione di errori banali.
Poi ovviamente c’è stato il supporto della BookSprint e di tutti i suoi collaboratori una volta che li ho contattati per la pubblicazione.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ad alcune mie care amiche, che gli hanno dedicato tempo e attenzione. Ed è stato emozionante poterlo fare. Sopratutto perché ho visto in loro tanta felicità per quello che avevo creato e mi hanno supportato in tutto.
Poi a mia madre, che ha tanto insistito per renderlo pubblico.
Se non fosse stato per lei, il mio romanzo sarebbe rimasto a me, nel mio cassetto.
Devo ringraziare le mie amiche e mia madre per questo.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L’odore delle pagine di un libro non ce lo leverà mai nessuno.
Aprire un libro, sfogliare le pagine e annusarle nel mentre, l’ebook non ce lo darà mai. Almeno per ora!!
Poi sono abituata a leggere e rileggere alcune frasi che mi colpiscono e tendo a sottolinearle e scrivere appunti, piegando le pagine facendo anche le linguette se necessario. L’eBook non ha ancora questo “potere magico”!
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La trovo assolutamente una cosa affasciante! Più dell’ebook onestamente.
Io che mi vergogno a leggere ad alta voce, credo sia bellissimo avere la possibilità di ascoltare cosa succede in un libro. Forse si riesce ad immaginare ancora meglio cosa succede, si riesce così a dare la giusta impronta alla storia.
È molto bello.