1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono Renzi Riccardo, vengo da Fermo, una piccola provincia nel cuore delle Marche. Amo profondamente la storia e la letteratura, diciamo anche che il mio percorso di studi mi ha aiutato non poco nell'avvicinarmi al complicato mestiere dello scrittore. Ho infatti, una laurea triennale in lettere classiche e una magistrale in ricerca storica. Le mie pubblicazioni sono tutte inerenti al percorso di studi fatto, per lavoro mi occupo di saggistica storica, mentre per diletto di poesia. Ho pubblicato con Atile edizioni 4 poesie nell'antologia poetica Il cuore e le sue parole e 30 poesie nell'antologia Versi diversi, mentre con Livi Editore ho pubblicato saggi storici come La tradizione delle opere sallustiane: dai manoscritti agli incunaboli della Biblioteca civica di Fermo e Nota sulle corti rinascimentali dei Montefeltro, degli Sforza di Pesaro e dei Della Rovere in Marca/Marche.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Per quanto concerne la saggistica storica e filologica solitamente ci lavoro durante il pomeriggio, mentre mi dedico alla poesia nelle ore serali.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Per quanto concerne la saggistica mi ispiro a Luciano Canfora, mentre per la poesia ce ne sono diversi, primi fra tutti Acruto Vitali e Campana.
4. Perché è nata la sua opera?
Riordinando i miei taccuini poetici ho selezionato queste 31 poesie a tema vario, molto significative per la mia storia poetica.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto non molto, ciò che ha demarcato profondamente la mia poetica è il territorio in cui vivo, dal quale traggo costante ispirazione. Quasi tutta la mia poetica origina dagli scorci paesistici, dalle bellezze naturali e antropiche offerte dalla mia terra, nella quale si passa rapidamente dalla montagna al mare, attraverso borghi di straordinaria bellezza.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere non è mai un'evasione. Lo scrittore ha il compito di captare attraverso la propria sensibilità le mille sfaccettature della realtà e raccontarle.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
La poesia è sempre un raccontarsi, un confessarsi mediante altro da sé.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La mia famiglia e la mia ragazza che mi hanno sempre supportato nella complessa arte dello scrivere.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla mia ragazza, anche lei laureata in lettere e ottima critica letteraria.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Assolutamente no. Potrei parlare di tale questione per ore ed ore. Aborro il formato digitale: Leggere vuol dire provare sensazioni forti legate anche ai materiali del libro: il profumo della carta, la sua consistenza al tatto, la copertina e molte altre cose che non sto qui ad elencarvi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
A differenza dell'ebook per questa nuova forma sono più propenso, poiché ascoltare una buona interpretazione di un'opera a volte ne mette in risalto l'essenza di più di quanto faccia la lettura diretta stessa.