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BookSprint Edizioni Blog

29 Mag
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Intervista all'autore - Giuseppe Genco

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Bari Carbonara, un paesino tranquillo, in mezzo agli ulivi, con il sole caldo. Passavo una buona parte del mio tempo a scorrazzare nelle verdi campagne, curioso di tutto quello che mi circondava. Ero un bambino pieno di stupore, che amava la natura. Mi alzavo il mattino pieno di gioia e facevo tante cose belle. Suonavo il piano, correvo, mi arrampicavo sugli alberi, mi piaceva tanto circondarmi di animali, fiori, farfalle e piante. Facevo i nidi per gli uccellini. Abitavo con la nonna che mi riempiva sempre di attenzioni. Ero un bambino sensibile, desideroso di scoprire cose sempre nuove. Ho sempre amato tanto la vita
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Il libro che consiglierei di leggere a un adolescente è il piccolo principe perché parla dell'importanza dei legami e dei riti che si stanno perdendo. È interessante perché ci insegna inoltre, la bellezza di incontrare persone, vedere posti sempre nuovi senza mai dimenticare da dove si viene, ed anche Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sono a favore dell'innovazione ma preferisco il libro cartaceo, perché ti fa sentire l'odore della carta stampata, la sensazione di piacere che nasce dallo sfogliare le pagine, sentirle tra le dita, la possibilità di sottolineare le frasi in cui ritroviamo parte di noi stessi, perché si può scambiare diventando un mezzo di condivisione materiale e non virtuale.
Inoltre se l'apparecchio che supporta l'audio libro non dovesse funzionare, il momento della lettura viene bruscamente interrotto
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
È stata un colpo di fulmine. Già da bambino infatti ero abituato e mi piaceva comporre temi e poesie. Amavo giocare con le parole e soprattutto scriverle. Nonostante la tenera età, mia zia, ricordo che rimase molto stupita positivamente soprattutto per quello che riguardava i contenuti di ciò che sottoponevo alla sua attenzione. Mi ha sempre incuriosito sapere come nasce la scrittura. I miei primi scritti avevano come tema la natura. Ero molto incuriosito anche dai geroglifici.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Era uno dei sogni che volevo realizzare, perché erano 20 anni che scrivevo. Volevo salvare le parole dalla loro esistenza momentanea e trasformarle in un atto concreto. Un libro, finché non viene letto, è soltanto un progetto. L'altra ragione è che, per la specificità dell'argomento quale è la fede e per il declino inarrestabile della fede in Dio dell’Umanità, si paga un prezzo alto: la solitudine, proprio come accadde a Nietzsche.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Che la fede è gioia ed è il fine ultimo di ogni essere umano. La fede è un mezzo per sentirsi più felici e provare stupore e meraviglia di fronte alla vita. Dio ci ama e questo ci rigenera, e ci fa trovare la Speranza e la forza di resistere. Chi è scoraggiato mortifica se stesso e gli altri. Non esiste l'uomo senza Dio e questa è la fede
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Era innata dentro di me. Nella scrittura mi prendevo cura del mio sentire e della mia conoscenza. I miei pensieri mi facevano prova delle emozioni che mi sono servite per creare i testi.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Durante un ricovero ospedaliero, ho iniziato a scrivere e da quel momento non mi sono mai fermato. Anche se questo può sembrare un evento triste, per me invece è stato un momento di rinascita, perché nella scrittura trovavo conforto alla mia solitudine.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì, perché non lavorando e non avendo nessuna entrata economica pensavo che non avrei mai pubblicato il mio libro, ma ho pregato e ho ricevuto una proposta insolita che ho accolto con grande commozione e riconoscenza.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Ne ho diversi, ma in assoluto quello che preferisco è Richard Bach perché i suoi libri danno un valido stimolo per evadere dai pensieri e ti rimangono impressi nella mente.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una frontiera rivoluzionaria che permette anche alle persone ipovedenti o con delle disabilità fisiche e /o cognitive di non rinunciare alla lettura. È pratico perché al contrario del libro non occupa spazio, e poi è molto interessante l'aspetto dell'ascolto come potenziamento di un'abilità indispensabile nella relazione con l'altro, ma ha anche degli effetti positivi sulla salute mentale, perché il fatto di ascoltare la voce narrante, ci rilassa profondamente rendendo l'esperienza bella e coinvolgente. Ultimo ma non meno importante, è un'alternativa più economica rispetto al libro in carta stampata. Non penso tuttavia che sia una pratica del tutto sostitutiva alla lettura, perché ogni persona è mondo a parte.
 
 
 
 

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