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27 Mag
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Intervista all'autore - Giuseppe Toscano

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Mettere su di un foglio di carta ciò che pensi è liberarsi di ciò che vivi dentro di te per parteciparlo agli altri e viverlo insieme. È raccontare un mondo che ti gira intorno e che ti chiede un aiuto per farlo conoscere meglio e per migliorarlo.
L'emozione che provi nello scrivere è unica in quanto è la conclusione del tuo pensare ed immaginare che si concretizza nella trama del racconto e nella creazione dei personaggi dei tuoi scritti.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Ho incontrato i personaggi che vengono narrati nel libro. Ho ascoltato le loro storie e condiviso il loro drammi. Ho tentato di immaginare di essere uno di loro. Ho desistito perché non sarei stato capace di affrontare e vivere tutte le sofferenze che loro hanno vissuto.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
L'impegno profuso nella raccolta delle testimonianze e dei documenti ha avuto sempre presente un unico obiettivo: far conoscere ai miei lettori che il dramma dei profughi è un dramma della nostra epoca e che bisogna affrontarlo per tentare di risolverlo con leggi giuste, con umanità e con l'accoglienza.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho riflettuto molto sulla scelta del titolo del libro. Ho scelto un titolo che potesse riassumere con immediatezza ciò che il lettore avrebbe letto nelle sue pagine.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei con me per la sua immaginosa narrativa e la sua ingenuità di contenuto uno dei libri che mi ha sempre accompagnato nei momenti difficili della mia vita, " Le avventure di Pinocchio" di C. Collodi.
 
6. Ebook o cartaceo?
La cartacea porta sempre con sé un odore di stampa indimenticabile ed una nostalgia dei tempi trascorsi su banchi di scuola, mentre l'ebook ti accompagna sempre per la sua facilità e duttilità di uso.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho incominciato a scrivere ai tempi del Liceo quando scrissi per i miei amici filodrammatici una commediola sfiziosa "Serenata alla Duchessa di Napoli", poi ho continuato con altri lavori più impegnativi. Non mi considero uno scrittore in carriera ma un semplice dilettante che ama descrivere i fatti e gli avvenimenti del mondo in cui vive.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di scrivere "Il mare della speranza. Storie di uomini in cammino" mi è venuta dopo aver incontrato ed intervistato i personaggi che vivono nel libro, dopo aver seguito con apprensione, attraverso i resoconti dei mass media, ciò che accadeva nel Mar Mediterraneo a tante persone che cercavano la libertà sfuggendo dai despoti dei loro Paesi e dagli aguzzini libici.
Non ho aneddoti da raccontare in proposito, perché le storie narrate non hanno tale bisogno.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Ho provato in un primo momento paura e perplessità. Pensavo di non aver ben inviato un messaggio reale ai lettori sulla complessità del dramma degli immigrati. Ho avuto la certezza che le storie raccontate potevano convincere ad essere più umani ed accoglienti i miei lettori nei confronti di questi uomini che si avventurano alla ricerca della libertà e dignità umana quando ho visto delle lacrime agli occhi di un mio amico dopo aver letto un capitolo del libro. Ne sono rimasto commosso e felice.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Un mio amico lontano, vive in una città del Nord Italia.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è il futuro visto il suo successo tra i giovani.
 
 
 
 
 

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