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20 Mar
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Intervista all'autore - Michela Rivelli

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata in un piccolo paesino della Campania in provincia di Salerno. Si chiama Silla di Sassano con soli 630 abitanti. Silla è una piccola frazione del comune di Sassano e ovviamente per una frazione così piccola le uniche scuole presenti sono Asili, Materne ed Elementari, poi mi sono sempre spostata nei paesini limitrofi per completare i miei studi. Ho il diploma di Liceo Socio Psico Pedagogico ed ho frequentato gli studi Universitari a Roma in Educazione Professionale Sanitaria. Durante la mia vita lavorativa come Educatrice Professionale decido di riprendere gli studi e diventare Psicologa.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sinceramente non sento di poter consigliare un libro. La lettura è una cosa molto personale, e per chi si approccia a questo fantastico mondo, dovrebbe capire, leggendo vari generi, quale lo appassiona di più, quale gli fa perdere la cognizione del tempo e dello spazio rendendolo parte di ciò che legge.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
IO adoro i libri cartacei, mi piace avere in mano un libro e sfogliarne le pagine. Sono a favore dell'Ebook perché rappresenta il progresso ma questo non deve essere motivo dell'estinzione del libro cartaceo, in fondo il libro cartaceo rappresenta la storia.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
È un amore ponderato, che spero di avere il tempo di sviluppare e perfezionare nel tempo.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Questo saggio è la mia tesi di laurea. Quando ho scelto su cosa soffermarmi dopo il mio percorso di studi in Educazione Professionale, ho scelto secondo il cuore. La passione per il ramo della Psichiatria mi ha spinta a fare una ricerca approfondita su alcuni aspetti importanti di questo mondo e volevo poter mettere su carta come e cosa l'Educatore può fare e come può migliorarsi.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Nella storia il lavoro degli Educatori e delle Educatrici è sempre stato molto confuso; molti credono che siamo dei semplici animatori, persone con cui passare del tempo, ma non è così. Nel nostro lavoro c'è tanto impegno, tanta dedizione e studio. Per questo sono convinta che iniziare a raccontarsi in modo strutturato può dare un valore aggiunto al nostro ruolo!
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è un percorso che ha preso pian piano conoscenza nel corso della mia vita.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Durante i miei studi universitari, l'approccio alle materie scientifiche e sociali, mi rendevano sempre più consapevole di quello che volevo trasmettere. In particolar modo quando il docente di Psichiatri mi ha chiesto di scrivere un saggio su Basaglia e sulla legge 180. Scriverla mi ha messo di fronte ad una realtà che non sembrava essere cambiata e questo perché il lavoro di tanti Educatori ed Educatrici non ha mai preso forma all'interno di testi scritti, sembra ripetersi nella storia in continuazione...bisognerebbe lasciare maggiore traccia di questo splendido lavoro.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, sapevo cosa volevo scrivere e cosa volevo comunicare.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Stephen King.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro mi spaventa un po’. Io credo che un libro vada letto due volte per comprendere a pieno il significato di quel libro e ciò che l'autore vuole comunicare. Con l'audiolibro si perderebbe la pratica della scrittura, si andrebbe a semplificare, secondo me, un lavoro importante come quello della lettura!
 
 

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