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13 Mar
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Intervista all'autore - Natalìa Epifani

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vivo a San Vito dei Normanni, provincia di Brindisi, in Puglia. Ho sempre scritto poesie e pensieri, ma ho deciso di pubblicarli per la prima volta quant'anno. Non avevo mai pensato di fare la scrittrice. Ho sempre utilizzato la scrittura come mezzo di mia personale catarsi e sfogo.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento specifico. In alcuni momenti sento un forte impulso a scrivere. È come se la mia anima mi spingesse a farlo, ispirata da un'immagine, da un ricordo, o anche da una semplice emozione.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Alda Merini, Pablo Neruda e Charles Bukowski.
 
4. Perché è nata la sua opera?
"Parole di un'anima" nasce perché ho sentito il forte impulso di dar voce alla mia anima, azzittita e appesantita per molto tempo. Con i versi dalle tematiche più svariate, la mia anima "canta" e si apre ad un mondo che appare quasi sconosciuto.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito tanto. Le varie esperienze che mi hanno segnato negli ultimi anni, mi hanno portato ad una sofferenza immane che mi spegneva ogni giorno di più. Così una volta compreso di aver toccato il fondo, ho capito che se volevo vivere ed essere di aiuto ai miei due bambini, dovevo reagire. Ho iniziato un cammino interiore, introspettivo e doloroso, che mi ha portato a fare delle scelte, anche abbastanza audaci; ho acquisito conoscenza di me stessa e forza, ed ho iniziato a pubblicare pensieri sui social (cosa che non avevo mai fatto per vergogna o timore). Il contesto sociale di un paese di poco più di 20.ooo abitanti dove metà della gente passa a giudicare le scelte altrui è stata la mia condanna e la mia risorsa più grande perché mi ha permesso di capire quanta forza avessi nel sopportare tutto ed andare avanti comunque. E non aver paura di vivere la mia vita, a prescindere da tutto e da tutti.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo per raccontarmi e raccontare la realtà nella sua oggettività e soggettività.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tanto, forse anche troppo; ma non posso farne a meno. E' un impulso "catartico", che non voglio e non posso smorzare.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si. Devo molto al mio compagno, Marcus, che è stato fonte di ispirazione per molte poesie, e soprattutto un sostegno affettivo importantissimo. Ha riscaldato il mio sangue nel momento in cui le mie vene si erano raggelate per la troppa crudeltà subita; mi è vicino sempre, e questo per me, che vivo "di contatto", è fondamentale.
È inoltre l'autore delle foto copertina del mio libro, che inoltre gli ho dedicato.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Marcus leggeva in anteprima i miei scritti, quindi penso sia stato lui la prima persona.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Voglio sperare di no. Amo l'odore della carta stampata ed il rumore dei fogli mentre sfoglio un libro. Adoro toccare e stringere fra le mani un libro.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente interessante, ma come aggiunta ad un libro già stampato, per facilitarne la lettura.
 


 

 

 

 

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Sabato, 13 Marzo 2021 | di @BookSprint Edizioni

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