1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta a S. Severino Marche in una frazione del comune. La vita all'aria aperta, l'amore per la natura, la passione per la lettura mi hanno mi hanno sempre totalmente coinvolta fin da piccola. Per questo ho scelto gli studi classici, liceo classico, corso di laurea in lettere classiche ed infine insegnamento delle materie letterarie nei licei. Ormai sto avviandomi alla pensione e concludo con questa professione con un bilancio positivo, il lavoro non mi è mai pesato, sono 40 anni che entro in classe sempre con la vo glia di mettermi in gioco, di misurarmi con le esigenze sempre diverse dei giovani. Rapportarsi a loro è una sfida sempre nuova. Ormai, quando la mia attività di insegnante sarà conclusa, mi dedicherò alla natura, alla lettura, alla scrittura, le mie passioni di sempre.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Se devo riferirmi ad un ragazzo di 14-15 anni, in questo momento in cui è stata celebrata da poco la giornata della memoria, consiglierei "L'amico ritrovato" di Fred Hulmann. Credo che i ragazzi vadano avvicinati alla storia con racconti che li coinvolgano emotivamente e li responsabilizzino. Oppure i testi di Valerio Massimo Manfredi. Se mi devo riferire a ragazzi di 17-18 anni consiglierei i libri di Carla Maria Russo che sono romanzi a sfondo storico, scorrevoli, molto ben costruiti, che rispettano le situazioni storiche, le fanno rivivere grazie a personaggi incisivi con una loro profondità psicologica. Il coinvolgimento emotivo può essere una spinta ad interessarsi alla storia, riflettere sul percorso dell'umanità, diventare più umani in definitiva.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
È una logica conseguenza dello sviluppo tecnologico che ha stravolto i i nostri ritmi di vita e non ci lascia più il tempo per il raccoglimento interiore che è il presupposto di ogni lettura meditata ,proficua alla nostra mente e al nostro cuore. L'ebook è un modo più veloce, più pratico di rimanere in contatto con la pagina scritta dei nostri autori preferiti. Anche se per me il piacere più grande rimane quello di poter sfogliare le pagine, toccarle, sottolineare, segnare sulla pagina cartacea le mie riflessioni. Un piacere insostituibile.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
È un amore ponderato, che è cresciuto lentamente insieme al mio corpo, insieme alle mie capacità cognitive, che ha accompagnato la mia formazione affettiva, che mi ha aiutato fin dall'adolescenza a confrontarmi, a scegliere, a capire, a giudicare, a rielaborare gli eventi, le situazioni che mi sono trovata a vivere. La scrittura è stata una spinta anche all' introspezione, a riorganizzare le idee, a correggere gli errori, a capire il valore della tolleranza, dell'accettazione del diverso. Per me che sono piuttosto introversa, scrivere è un'esigenza naturale che mi aiuta a superare i momenti più difficili.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Un incontro che ebbi quando ero molto giovane con Giovanni Testori, in quell'occasione decisi di approfondire la conoscenza delle sue opere teatrali e di fare un confronto tra la struttura della tragedia classica, da me molto amata, e la struttura delle tragedie di Testori. Ho lavorato molto alla ricerca dei testi da leggere e consultare in merito, alla ricerca delle recensioni giornalistiche pertinenti, ho frequentato più volte la biblioteca nazionale di Roma. Il lavoro però non è stato continuo, interrotto e ripreso più volte e alla fine abbandonato del tutto. L'ho ripreso in mano l'anno scorso durante il lock down ed ho deciso di portarlo a compimento e pubblicarlo e grazie alla vostra casa editrice sono riuscita nell'intento.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Voglio portare il lettore a riconsiderare la bellezza della tragedia classica che trova il suo fondamento strutturale e semantico nella visione del mondo antica in cui era molto forte il senso del limite umano a causa della forza ineludibile del destino. In Testori invece la tensione spirituale volta al trascendente annulla il conflitto uomo-destino in un anelito mistico che trascende e annienta la realtà. La tragedia classica esalta la natura umana nella sua interezza, la tragedia di Testori tende a dissacrare la materialità dell'uomo e a trascendere la natura.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Fino a 18 anni sono stata semplicemente una lettrice, poi ho iniziato a scrivere poesie, racconti ed ho sempre continuato, lasciando il tutto nel cassetto della scrivania. Da qualche anno sento l'esigenza di riordinare tutto quello che ho scritto e di condividerlo con dei lettori. Forse perché per motivi contingenti ho avuto del tempo da dedicare a questa mia passione.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ci sono 2 episodi molto belli. Il primo il viaggio a Milano e l'incontro con Testori nel suo studio di via Brera n.6, il viaggio a Roma e le ricerche bibliografiche nella biblioteca Nazionale.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì. La gestazione è stata molto lunga ed in alcuni momenti avevo abbandonato l'idea di portare a termine l'opera.
10. Il suo autore del passato preferito?
Cesare Pavese, introverso, inquieto interiormente, combattuto tra città e campagna, Torino e le Langhe, innamorato dell'infanzia. Io credo che il mito dell'infanzia di Pavese sia uno dei temi più poetici della letteratura del primo novecento. Poi ora amo molto anche Montale, l’asprezza del paesaggio ligure correlativo oggettivo dell’aridità umana contemporanea.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
In un'epoca che ci lascia poco tempo per stare a tavolino, è un buon espediente per continuare ad ascoltare la voce dei poeti, per non perdere i contatti con il mondo della letteratura.