1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in paese bellissimo, citato da Omero e Dante, famoso in tutto il mondo per i suoi pomodorini dolci e profumati: Pachino. Mio padre lavorava nella stazione meteorologica di Capo Passero a Portopalo e ho vissuto la mia fanciullezza fino alla terza media tra questi due paesi.
Poi ho frequentato il Liceo Scientifico a Catania e raggiunta la maturità, mi sono arruolato quale allievo ufficiale in Aeronautica e ho intrapreso la carriera militare come Esperto in Fisica dell'Atmosfera e Meteorologo. Nel frattempo mi ero laureato in Matematica alla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Raggiunto l'apice della carriera mi sono dedicato all'insegnamento e all'amministrazione di alcune aziende di un mio parente. Fin da giovane ho avuto la tendenza a scrivere poesie e racconti, che mio padre aveva racconto in un libro, ma che non ho voluto mai pubblicare. Durante questo brutto periodo di Corona-Virus, mi è tornata la voglia di scrivere e ho approfittato dal fermo imposto per scrivere.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Generalmente le prime ore del mattino a mente fresca e ancora sognante e poi qualche ora al pomeriggio, ma non sempre perché c'è sempre qualcosa da fare con mia moglie.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Senz'altro Umberto Eco e Pier Paolo Pasolini, ma anche Andrea Camilleri
4. Perché è nata la sua opera?
In vacanza, prima del lockdown per il Corona-Virus, ho conosciuto una signora Fiorentina di nome Fanny, su di età ma molto giovanile che mi ha fatto innamorare di Firenze e questo libro L'AMICIZIA VERA È PER LA PELLE, incentrato sull'alluvione di Firenze del 66 è nato solo per ricordare lei e la città, come il mio precedente libro AMORI IN LATOMIA è nato per ricordare le mie origini.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Al Liceo Scientifico avevo un professore di Lettere che faceva apprezzare veramente la letteratura e, lo scandire caldo e suadente delle sue parole relative ai massimi personaggi della storia letteraria e alle loro opere, suscitava sensazioni di apprezzamento e di imitazione che non mi ha mai abbandonato.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è un modo di raccontare la propria vita sotto mentite spoglie.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tanto ma non tutto completamente. C'è sempre una parte riservata, nascosta nel profondo della coscienza che può trapelare, ma non essere espressa chiaramente.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Certo, la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e gli amici che mi hanno apprezzato.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie e a mia sorella.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Per me la differenza che c'è tra leggere il libro scritto e l'ebook, è la stessa che c'è tra vedere una commedia in teatro e in televisione. L'uno facilita l'altro, ma il futuro è l'ebook.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un aiuto per chi non può o non sa leggere, una opportunità per chi non ha tempo per leggere e un surrogato per chi non ha voglia di leggere.