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17 Dic
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Intervista all'autore - Domenica Cutrì

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un'insegnante di scuola primaria, vengo da S. Eufemia D'Aspromonte, un paese della provincia di Reggio Calabria, dove sono nata, cresciuta e dove ho studiato fino al conseguimento del diploma, ma vivo a Veiano, un piccolo borgo del viterbese, nel quale si svolge il mio lavoro e dove gestisco le mie passioni. L'amore per la lettura, la curiosità, la scoperta, la scrittura sono caratteristiche della mia personalità. Ho alimentato e custodito in versi poetici le mie emozioni fin dall'adolescenza lasciando nei testi scolastici sensazioni che riuscivo a tradurre in parole scritte e non in frasi pronunciate.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera è il momento in cui la riflessione prende il sopravvento e scrivere diventa un rifugio dal disagio esistenziale che spesso prende il sopravvento.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito poichè difficilmente mi soffermo su una serie di letture che appartengono allo stesso scrittore ma spazio tra il vecchio e il nuovo con molta disinvoltura. Ho riletto, più volte, "Se questo è un uomo" di Primo Levi o "La solitudine dei numeri primi" di Giordano Bruno e altri romanzi ancora; leggo testi storici o poetici, articoli che vanno dalla moda alla politica su quotidiani, settimanali o riviste, inoltre ascolto la musica seguendo le parole con attenzione per scoprire le sensazioni e le percezioni dell'autore.
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera nasce da un frangente di vita particolarmente sofferente, non riuscivo ad esternare le mie angosce e tantomeno a rendere palese il mio stato d'animo pertanto ho scoperto nella scrittura una virtù terapeutica. Spesso il mio scrivere è accompagnato anche dal pianto, quindi il senso di libertà che ne viene fuori è davvero straordinario così come l'equilibrio psicologico.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale nel quale sono cresciuta è stato determinante poichè provengo da un ambiente in cui il senso dell'onestà, del rispetto verso il prossimo e non solo, sono stati imperiosi e hanno guidato il mio percorso di vita. Culturalmente misero ma gradevole nella sua semplicità e particolarmente sofferente per gli ostacoli che hanno segnato la mia famiglia. In questo scenario ho maturato la consapevolezza che solo la conoscenza e lo studio avrebbe potuto affinare il mio modo di essere.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Nel momento in cui la scrivo per me stessa, la realtà circostante svanisce, le parole scorrono, le frasi si assestano e tutto sembra combinarsi magicamente. Ma spesso accade anche che scrivo per raccontare un evento, per creare delle storie e allora rileggo, ricerco, per dire in modo semplice, narrare di un avvenimento o di una fantasia.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Il racconto che ho scritto è un'autobiografia pertanto in tutte le pagine trasuda la mia persona. Narro di un frangente di vita in cui i problemi sono così amplificati da provocare delle crisi esistenziali che gravano in modo ponderante nel modo di essere. Scrivo di un istante della mia esistenza in cui il buio ha ceduto il posto alla chiarezza, alla determinazione offuscando i miei pensieri.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La persona che ha mi ha guidato in questo percorso terapeutico è stato il mio papà. La sua assenza prematura mi ha creato moltissime incertezze pertanto ho sempre confidato a lui le mie paure e cercato di agire e prendere delle decisioni secondo il suo volere. Attraverso la scrittura ho maturato in modo più completo un lutto rimasto in bilico per troppo tempo e sono riuscita persino a perdonare nostro Signore.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il mio romanzo, scritto più di dieci anni fa, l'ho fatto leggere a mia figlia, una ragazza diciottenne, perchè conoscesse la mia realtà e per condividere con lei le perplessità adolescenziali.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook lo vedo come un grandioso supporto digitale per chi rincorre il tempo. Tutto ciò che che è apribile mediante computer o qualsiasi dispositivo mobile appare accattivante ma il fascino che provoca il fruscio di una pagina girata o il profumo dell'inchiostro non ha eguali.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è un valido strumento didattico, permette una lettura agevolata per bambini e ragazzi con difficoltà, ferma la nostra freneticità affinando il nostro ascoltare, utilissimo anche per anziani o persone con difficoltà visive.
 

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