1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho quarant'anni, vivo in un piccolo paese della provincia di Cremona. Sono una maestra di scuola dell'infanzia, sono sposata e mamma di un bimbo di due anni e mezzo. Scrivo da quando sono una ragazzina. Poesie, racconti, riflessioni, diari. Carta e penna mi fanno compagnia ormai da diversi anni. Solo negli ultimi dieci anni però ho pensato di pubblicare le mie opere, prima era soltanto un hobby. Questa non è la mia prima pubblicazione e diventare una scrittrice è sempre stato il mio sogno nel cassetto.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Solitamente dedico alla scrittura le ore notturne. Quando svesto i panni della vita quotidiana e dei ruoli sociali. È un momento solo mio, in cui tutto tace e resto da sola con i miei pensieri. È molto importante per me e difendo questo spazio con gelosia. Nulla toglie che, se durante la giornata, mi vengono in mente frasi o stralci di poesie o pensieri, mi fermo, qualunque cosa stia facendo, e prendo nota. Spesso mi è capitato di dover fermare l'auto e accostare per scrivere.
Come si dice: 'Carpe Diem'!!!
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Attualmente sto leggendo con interesse le opere di Angelo De Pascalis e Riccardo Bertoldi. Come poesia invece ho scoperto di recente Andrew Faber. Ammiro molto la freschezza e il modo in cui le loro parole arrivano dirette al lettore.
4. Perché è nata la sua opera?
Quest'opera è nata in concomitanza con la pubblicazione di un'altra raccolta, pubblicata poco prima. Il tema principale di entrambe le pubblicazioni, di questa soprattutto, è la voglia di riscatto e la fame di vita che la pandemia da Covid 19 ha forzatamente represso. Ho sentito la necessità di comunicare che, nonostante ci sia un nemico invisibile nelle nostre vite, nonostante ci sia la morte fuori dalla porta, nonostante il rischio sia sempre alto e la guardia mai abbassata, la vita è lì. Lì che passa, lì che ci guarda, lì che sfreccia sotto i nostri occhi distratti, mentre siamo impegnati a trovare scuse, a costruire muri, a inventare alibi. Non è un'istigazione a sottovalutare il pericolo del virus o del contagio, ma un monito, una bandiera alzata, un bengala nel buio. La vita è adesso, nonostante tutto. Lo dice il titolo stesso.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ho sempre vissuto in un contesto sociale e culturale molto stimolante dal punto di vista letterario e, avendo una madre insegnante di lettere moderne, non ho potuto fare altro che amare la lettura, la scrittura e le opere classiche e moderne. Specialmente i romanzi gialli e la poesia.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Mi sento di rispondere con molta franchezza che per me scrivere rappresenta entrambe le cose.
Ho sempre scritto nei momenti più bui della mia vita, ma anche in quelli più felici. Quando ho avuto periodi no, scrivere mi ha sempre aiutato ad evadere dalla realtà, a rifugiarmi in un mondo parallelo, ad esorcizzare i demoni neri mettendoli su carta bianca. Una cura, una medicina, un lenimento dell'anima. Tuttavia scrivo molto anche di me stessa, perciò racconto e svelo la realtà, nuda e cruda, attraverso metafore, aforismi e versi. Ultimamente poi, mi sono resa conto di aver modificato radicalmente il mio stile e mi accorgo di scrivere in modo molto schietto e sincero.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto. Moltissimo direi. Non nego che durante i lockdown mi sono ispirata tanto anche a storie di amici e conoscenti, ma gran parte di quello che ho scritto riguarda me, episodi della mia vita, sentimenti, vissuti, storie.
Purtroppo la stesura del libro è coincisa anche con un periodo molto particolare della mia esistenza, che non saprei definire drammatico, meraviglioso o entrambe le cose. Si sono alternati i giorni migliori e peggiori della mia vita in pochi mesi e ciò che ho scritto ne è il frutto. O per meglio dire: l'estratto.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Assolutamente sì!
Sia per la stesura che per la pubblicazione.
Si tratta di una persona fondamentale per me, che ha cambiato profondamente me, il mio modo di scrivere, di vivere e di vedere le cose. Anche me stessa.
Se non ci fosse stata questa persona, probabilmente non ci sarebbe stato nessun libro.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno. Ho solo anticipato alcuni componimenti sul mio blog di Facebook.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Probabilmente lo sarà per le generazioni a venire. Per la mia credo che niente possa sostituire il profumo e lo spessore della carta!
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia un'ottima opportunità per chi ha la passione della lettura ma, per limiti fisici o di età, non riesce più a leggere autonomamente.
È di sicuro un progetto estremamente promettente.