1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
La mia infanzia la trascorsi a Certaldo (FI) con mia mamma, mio fratello e mia sorella, nata in quel periodo. Il babbo era al fronte e noi sotto ai bombardamenti, senza pane o altro cibo. Venivamo da Genova, dove sono nato credendo che a Certaldo non avremmo visto i bombardamenti che colpivano la città Ligure. Era festa quando c'era la polenta o i fagioli che ci dava una zia, sorella di mia madre.
Sin da giovane mi piaceva scrivere poesie a fare racconti su fatti che vedevo.
Ho scritto numerose poesie e diversi libri autobiografici nonché di vita vissuta narrata nel libro in stampa "Il potere dell'arroganza". La mia carriera mi ha portato a vivere in diversi luoghi dell'Italia dove erano capitate delle catastrofi (Teremoto in Friuli, Alluvione di Genova, di Alessandria, terremoto in Irpinia etc.). Ho voluto scrivere il decorso della mia vita affinché le esperienze vissute rimangano ai posteri.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Ho sempre scritto alla sera, quando la quiete rende sgombra la mente e hai come compagno solo il silenzio che aiuta a ricordare e a meditare.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
I miei autori non son tanto contemporanei. Ho letto tanti libri di Storia romana, di quella recente relativa all'ultima guerra, un autore che mi piace è Hemingway, tra i poeti: Pascoli, Foscolo, Leopardi, Carducci. Come personaggi storici Napoleone Bonaparte col suo memoriale e il suo genio militare. Il libro di poesie che ho scritto, circa 40, è intitolato "Realtà di vita sulle ali della poesia", cioè mettendo in poesia i fatti vissuti realmente.
4. Perché è nata la sua opera?
Il mio racconto prende il via dalla mia passione nel raccogliere documenti storici. In questa ricerca mi venne alle mani la sentenza di un tribunale di guerra che processò alcuni ufficiali che in terra piemontese si approfittarono di due donne in viaggio alla ricerca di un lavoro in quel di Alessandria, usando loro violenza. Il tema è alquanto attuale considerato che anche oggi il reato di stupro è caldamente combattuto. Su quell'episodio ho costruito il tessuto del libro che alla fine vede vincere il senso del rispetto e l'amore.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Direi abbastanza, ma la formazione letteraria è derivata dalla lettura, sin da giovane, dei romanzi di Emilio Salgari e dalle esperienze vissute come vigile urbano di Genova, corpo nel quale raggiunte due lauree e con operazioni di servizio giunsi all'apice della carriera come comandante. Un altro punto saliente erano i racconti di mio padre, sia sulla sua giovinezza che quando venne fatto prigioniero e messo in un campo di concentramento in Germania.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È un modo per raccontare la realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di me esiste la parte umana che si è immedesimata in quelle due donne picchiate e violentate.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Alcune insidie della mia infanzia, quando bambini si doveva scappare da certi soldati stranieri che andavano alla ricerca delle donne, per abusarne e parlo dei liberatori.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Di solito quando ho finito di scrivere faccio leggere il testo alle mie figlie e a mia moglie. Talvolta per un parere maschile, a mio fratello.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso di sì.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho esperienza diretta e non saprei pronunciarmi. Grazie.