1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Torino, dove ho vissuto fino alla laurea, a 21 anni; ma ho sempre saputo di voler provare a vivere vite diverse. Così poi ho trascorso un’estate in Etiopia, come volontaria in un centro per bambini di strada, mi sono trasferita a Londra dove ho dapprima lavorato come assistente di volo e poi, per alcuni anni, come educatrice in un centro per disabili. Due anni fa sono tornata a volare e mi sono trasferita a Milano, dove vivo tutt'ora.
É difficile stabilire quando esattamente abbia deciso di voler scrivere. Quando da piccola mi chiedevano cosa volessi fare da grande rispondevo "la scrittrice". E questa esigenza di mettere su carta i miei pensieri mi ha sempre accompagnata.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Credo che scrivere richieda una certa dose di disciplina, ma sicuramente molto è dato dall'ispirazione. Scrivo soprattutto quando sento l'urgenza di farlo. Non potrei adibire un momento specifico della giornata alla scrittura; sia per la vita con orari irregolari che conduco per via del mio lavoro, ma soprattutto perché penso che così facendo non asseconderei l'ispirazione.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Moltissimi, e con stili diversi. Ultimamente sto leggendo con voracità i romanzi della Gamberale. Ha uno stile snello, bello ed emozionante ed un'incredibile capacità di fare sentire al lettore esattamente ciò che provano i personaggi.
4. Perché è nata la sua opera?
Mi piace pensare che sia nata perché voleva farlo. Per molto tempo ho pensato di voler scrivere un romanzo e spesso, nel corso degli anni, ci ho provato. Ma altrettanto spesso ho poi abbandonato il progetto perché non ero convinta di come volevo che procedesse la mia storia. Con "Nuvole e Fiumi" è stato diverso: ho avuta chiara la storia prima ancora di iniziare a scriverla. Ho come avuto l'impressione sia stato il racconto stesso a palesarsi nella mia fantasia, richiedendo di essere scritto.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo. E non mi riferisco soltanto all'educazione strettamente accademica.
L'eventualità di imbattersi nelle persone, gli ambienti e soprattutto i libri giusti, dipende in buona parte anche dalla fortuna ed in questo ritengo di essere stata estremamente fortunata.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Nessuna delle due cose, ed entrambe. La scrittura è un mondo in cui lo scrittore stabilisce le regole ed ha la facoltà di far incontrare ciò che conosce con ciò che immagina. Una volta che una storia nasce però, questa diventa reale agli occhi di tutti coloro che la leggono.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
"Nuvole e Fiumi" non è la mia storia, ma sicuramente alcuni degli eventi narrati prendono ispirazione dalla mia personale esperienza. Tutti i personaggi sono inventati, ma alcune delle loro caratteristiche sono ispirate da coloro che ho incontrato nel mio percorso. Le sensazioni altalenanti che i personaggi provano esplorando la loro condizione di emigrati, lontani dai propri nidi, quelle sono decisamente reali.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente tutti quelli che sono entrati a far parte della mia cerchia più stretta durante gli anni trascorsi in Inghilterra: la mia "famiglia" internazionale i cui membri si sono inconsapevolmente lasciati osservare, ed hanno così contributo a delineare i contorni del carattere dei personaggi del mio racconto.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A due delle mie più care amiche al mondo: Anuradha e Marilena, incontrate in Inghilterra e mai più lasciate. Oggi viviamo in posti diversi, ma il legame che abbiamo costruito resiste a cambiamenti e distanze geografiche.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
So che da persona relativamente giovane dovrei essere una fan dei libri digitali. So anche che, mai come ora, è importante tenere in considerazione le conseguenze ambientali delle nostre scelte e certamente l'eBook è un’alternativa più sostenibile dei libri cartacei. Ma personalmente trovo che la sensazione che si prova sfogliando un libro, annusando le pagine, sottolineando ed appuntando eventuali considerazioni fornisca un'esperienza di lettura migliore. Immagino che, per comodità e facilità di diffusione, in futuro vedremo sempre più eBook, ma spero e penso che non arrivino a sostituire completamente i libri "veri".
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo possa essere una buona soluzione da integrare nelle vite frenetiche che conduciamo in molti. Ma anche in questo caso credo che dovrebbe appunto integrare, senza però sostituire interamente, la lettura tradizionale. Ascoltare un libro in metro tra una commissione e un'altra e tenere un libro in mano, comodi sul divano, al termine di una lunga giornata sono due esperienze, legittime entrambe, ma molto diverse tra loro.