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14 Nov
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Intervista all'autore - Luigi Cimino

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è per me una gioia, una ricchezza che si manifesta agli altri, un riscoprire sentimenti, sensazioni, pensieri talvolta sfuggenti ma che, se affiorano alla mente, portano novità, motivazioni profonde, talvolta scavate dalla profondità del proprio essere e della propria anima. È il riversare esternamente i pensieri più intimi, donarli agli altri, farli condividere spontaneamente, arricchire il mondo che ci circonda. Scrivere è vivere più volte con la creazione di idee nuove, fantasie inespresse fino ad allora, nascita di valori assaporato e condivisi.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Anche un libro di poesie è molto spesso lo specchio dell'anima e talvolta parte da esperienze di vita reale. Ma esse vengono sublimate, elevate a comune sentire, dal valore metafisico, comune a tutti e perciò si trasformano in valori generali, condivisi, che fanno pulsare gli animi.

Ciò che è particolare diventa universale perché comune agli altri uomini. E come tali vengono percepiti.

 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Non è la prima volta che pubblico poesie e, perciò, la mia sensazione è quella di far parte del mondo, di contribuire al suo progresso materiale e culturale.

Mi sento come un compagno di vita che si incontra per caso e che ha la pretesa di accompagnare l'altro in un dialogo amichevole, anche conoscitivo, spesso speculare, ma sempre con il desiderio di arricchirsi e di arricchire.
In fondo è l'osmosi della vita.

 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
"Libellule", il titolo che ho dato alla mia raccolta di poesie, mi è venuto spontaneo, considerando le mie poesie come pensieri colorati come le libellule dai tanti diversi colori. Mi è subito piaciuto perché immagino di entrare nell'animo del lettore con la gentilezza delle libellule e con i colori attrattivi di esse.

Spero che il titolo attragga e che spinga molti ad acquistare il mio ultimo libro di poesie.

 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un'isola deserta vorrei avere con me il libro di "Pinocchio" del Collodi perché mi aiuterebbe a superare ogni difficoltà del momento e mi indicherebbe la strada da seguire per la vita.

Ma anche il "Vangelo" sarebbe un'ottima compagnia di vita.
Entrambi contengono insegnamenti, indicazioni percorribili, punti di riferimento necessari ad affrontare i pericoli della vita.

 

6. Ebook o cartaceo?
Preferisco il cartaceo, ma non disdegno l'Ebook. Ciò è dovuto soltanto alla mia non più giovane età.

Ma comprendo l'utilità dei nuovi veicoli tecnologici della cultura, anche se preferisco sfogliare le pagine ed assaporarne il contenuto. Ricordo a me stesso che le poesie vanno lette almeno tre volte per entrare nel loro significato più profondo e coglierne l'intima essenza.
L'Ebook, però, può avere lo stesso valore sol che si sia in grado di saperlo manovrare. Anzi lo trovo un amico ancora più intimo, facilmente con noi e senza alcun pondus del libro cartaceo, ma, per ciò stesso, anche più aleatorio e forse estraneo.
L'uno e l'altro riconducono all'uomo, alla sua esistenza, alla sua vita quotidiana, nel turbine contemporaneo, ma anche alla sua sensibilità.

 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È da anni che pubblico argomenti di storia, di turismo, di attualità e poesie, ma sempre, per lo più, a livello limitato. Da quest'anno ho iniziato a scrivere con case editrici di più ampio respiro, sperando di avere maggiore fortuna.

Mi aiuta anche la "quiescenza" dall'attività professionale che mi lascia più tempo libero per l'attività di scrittore.
Se le mie pubblicazioni piaceranno, continuerò in questa mia attività che amo e che spero di potere ancora coltivare.

 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
È una raccolta di poesie che mi piace condividere con i lettori.

Tutto è nato dalla condivisione di numerosi lettori che mi hanno da anni incitato a continuare.

 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È sempre come la prima volta che vidi pubblicato un mio libro e lessi il mio nome insieme con il titolo. Allora come ora mi affascina alla stessa maniera: è la sensazione del creare che mi onora e mi fa felice.


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Tante. Ma a me piace condividere la nuova poesia con persone amiche, di fiducia e familiari per leggere nei loro occhi le sensazioni che provocano.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È il futuro! Ma rimane pur sempre vitale ed appassionante toccare il volume cartaceo, poggiarlo sul comodino, prenderlo per sfogliarlo per leggerlo, farlo diventare il compagno di vita e di viaggio.

Dobbiamo anche abituarci allo sviluppo dell'audiolibro, come veicolo attuale del pensiero, alla velocità dei nuovi mezzi di divulgazione, ai minori costi ed alla maggiore praticità.
Il futuro è digitale e ce ne dobbiamo fare una ragione.

 

 

 

 

 

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