1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Provengo da una famiglia onesta a tutti i livelli anche se povera di buoni e sani principi e valori sin da piccolo nutrivo questa sensibilità scuole elementari le medie fu proprio con la letteratura che fece emergere la vena poetica già cominciai a scrivere poesie mai pubblicate circa 600 inventavo favolette e piccole storie attualmente ho in cantiere 3 opere che dedico del tempo alternativamente con piacere così sviluppai il piacere di cominciare a scrivere prima con macchina da scrivere poi con PC molte opere sono state smarrite durante i miei molti spostamenti
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Durante la giornata scelgo i momenti pomeridiani in cui sono solo mi immergo e il resto viene spontaneo senza alcun sforzo.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Andrea Camilleri, da poco scomparso, scrittore, poeta molto avanzato con gli anni con problemi visivi era molto fervido nei particolari, cosa che mi ispira poiché fa vedere al lettore la completezza dell'opera ora anche ispirazioni per serie TV oltre moltissime copie vendute. Io ammiro la sua umiltà.
4. Perché è nata la sua opera?
Questa mia opera nasce dalla consapevolezza dei pericoli che corrono oggi i bambini... pericoli che se lasciati da soli possono essere fatali, attraverso immagini reali il piccolo non si discosta dalla realtà che lo circonda non confusa da immagini vettoriali che possono restare in tema di fiaba. Questo vuole dimostrare al genitore quanto al bambino, con un approccio a lui consono, la pericolosità della vita senza una guida costante.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molti libri sono utili alla formazione e all'istruzione del ragazzo ma lo scrittore che parla al cuore del ragazzo come un padre si approccia con il figlio hanno più senso di quei libri che sono generici, senza una firma di guida impronta che resti.
Sono stato da sempre alla ricerca scoprendo il mondo che mi circonda autodidatta in tutto.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me rappresenta un modo di condividere le sfaccettature della vita cose che altri magari non riescono a notare, uscire dalla realtà vuol dire il non accettazione della realtà, ed evadere ti discosta invece di fartela accettare.
Mettere intuitività cambiando magari rispetta la privacy e cambia solo scenari e situazioni seppur comuni.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Rispecchia le mie idee che vorrei condividere con il lettore a cui con schiettezza voglio trasmettere con semplicità magari con figure reali non vettoriali.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Solo la mia voglia di trasmettere le informazioni che come un tesoro mi piace condividere. La fantasia e la realtà viaggiano parallelamente e bisogna farla emergere in superficie affinché sia percorribile.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mi avvalgo solo della mia sensazione senza bisogno di chiedere pareri o consensi altrui. Sono pienamente cosciente delle mie espressioni che lascio ad altri senza alcuna limitazione.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Resto comunque dell’idea che il libro con i suoi odori di stampa la storia tra le dita il fragore delle pagine l'impatto con un corpo solido debba essere condiviso e apprezzato anche dal piccolo lettore. Basta instillare a figli e amici l'apprezzamento del libro che non deve mai tramontare, il libro fisico non può morire anche se il futuro diventa tecnologico compriamo e teniamolo tra le mani.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Per me l'audio libro può essere un ottimo aiuto o alternativa a lettori con limitazioni visive. Ma persone che non hanno limitazioni possono senz'altro beneficiare del cartaceo di quelle sensazioni che solo un cartaceo può testimoniare e rappresentare punti.