2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Forse niente, o forse, o forse c'è qualcosa senza volerlo, io scrivo il racconto impostandolo al momento, quindi, può essere che ci sia qualcosa di me, ma se c'è non è preventivata.
Non penso mai prima quello che devo scrivere, certo, il soggetto in mente c'è, ma quando interrompo e poi magari riprendo dopo giorni, non so mai cosa scrivere, mi basta vedere l'ultima pagina per riprendere il discorso.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ha significato molto per me pensare a questa storia, volevo continuare il discorso del primo volume che è andato benino e quindi, volevo continuare come se fosse il seguito, ma l'impegno mio era quello di dedicarlo alla mia città, Agrigento e un pò anche alla città di porto Empedocle che per la vicinanza con la mia e per le persone che conosco, mi fa sentire uno di loro, ma lo scopo era quello di scrivere e mettere come protagonista la bellissima valle dei templi di Agrigento e visto che questo personaggio non avrà più un seguito, volevo che il commissario Pignasecca, scoprendo l'autore del delitto consumatosi nel tempio della concordia salutasse definitivamente i suoi lettori.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
No, è stata semplicissima, forse vi sembrerà strano, ma quando devo scrivere un libro, non penso mai cosa scrivere, prima mi viene in mente il titolo e da questo comincio a lavorarci sopra, poco per volta, fino ad arrivare al completamento dell'opera.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Chiaramente sono indeciso nel rispondere, ma sicuramente un mio libro, solo che non so se porterei questo che andrà in pubblicazione dal titolo: "Delitto nella valle dei templi" o questo che sto ultimando che reputo anch'esso moto interessante con un tema che non ha nulla a che vedere con il commissario Pignasecca.
Come scrittore senza volere offendere nessuno, porterei con me, Luigi Pirandello.
6. Ebook o cartaceo?
Guardate, il progresso non si può fermare, ma vi posso dire che sono tutti e due moto importanti, il cartaceo lo reputo comodo specialmente per quelle persone che prima di addormentarsi hanno voglia di leggere un libro per poi quando viene il sonno fare le classiche orecchiette dandosi appuntamento per l'indomani sera sistemando il libro sul comodino accanto al letto.
Come promozione valida di immediata ricezione l'Ebook è sicuramente il futuro del libro.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Veramente non l'ho intrapresa io, è lei che mi ha cercato, io ho sempre scritto poesie e testi per canzoni, a volte in qualche canzone ho messo anche la musica e devo dire di avere ricevuto diverse affermazioni.
Lo scrittore è nato per caso, prendendo spunto da una mia canzone siciliana, incisa dal famoso cantante siciliano Gian Campione, scomparso alcuni anni fa, riflettendo sul testo della canzone mi è venuto in mente il soggetto per una commedia teatrale, questo è stato l'inizio come scrittore di Rosario Nestini.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Guardi, come ho già detto prima, non penso mai adesso cosa scrivo o cercare un soggetto per scrivere un libro, tutto parte da un titolo che ti viene in mente, cosi, senza cercarlo, ti comincia a ronzare nel cervello fino a che cominci a elaborare il soggetto.
In questo libro, come dicevo è nato prima il titolo, poi, piano, piano è cominciato a nascere giornalmente lo svilupparsi dell'opera,
Ma lo scopo era quello di mettere in risalto la bellissima valle dei templi, infatti mi sono sempre chiesto il perchè diversi autori la trascurano o come in qualche film fanno semplicemente un flash.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un emozione indescrivibile, qualcosa che nessuno se non è dentro può immaginare, vedere nascere e prendere corpo il tuo libro, vederlo poi pubblicato è una sensazione indescrivibile.
A volte, mi fermo a guardare il mio libro e mi chiedo: "ma veramente io l'ho scritto".
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Quanto finisco un libro di solito invito alcuni amici e familiari, do loro una penna e un taccuino, pregandoli di non interrompere durante la lettura, ma discrivere sul taccuino le loro osservazioni o suggerimenti.
Va a finire sempre con degli applausi e con i taccuini vuoti e questa è già la prima soddisfazione che ti fa pensare che forse hai scritto qualcosa di bono.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una cosa bellissima, l'audiolibro lo puo portare dovunque, lo puoi ascoltare con gli amici, nella tua intimità, insomma, secondo me è il futuro del libro.