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09 Ott
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Intervista all'autore - Nase Jani

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
A tutti quelli che mi chiedono: da dove vieni? Rispondo: vengo da dove è un piacere nascere, dal posto più bello del mondo, da Stegopuli nella provincia di Lunxhëria-Gjirokastër. Lì, l'aria è diversa, l'acqua è diversa, i fiori hanno un profumo diverso, il miele delle api non ha uguali... anche gli uccelli cantano in modo diverso... La natura e la gente danno e ricevono, da quando è nata la parola amore, la parola madre, la parola vita.
Ho scritto poesie, storie e ho persino iniziato un romanzo da quando ero un adolescente.
Ma le persone che mi hanno ispirato ad addentrarmi nella letteratura sono: mia sorella, Ana, che era la migliore lettrice di narrativa, ma morì tragicamente all'età di 20 anni, quando io ne avevo 13. Più tardi ho scritto, per lei, un romanzo in versi "Amore di Anna". E un incoraggiamento venne da mio zio, Leko Jani, lo chiamavano "l'uomo della canzone". Lo invitavano ai matrimoni di tutta la provincia perché cantava come un usignolo e riusciva a ballare sul tavolo con un vassoio con 12 bicchieri di grappa in testa. Quando finiva di ballare sul tavolo, beveva tutti i 12 bicchieri di grappa e poi scendeva, con il vassoio e i bicchieri vuoti ancora sulla testa. Quando ero piccolo, ero solito dire "Sembro mio zio!" Perfino mio padre, come mio zio, intrecciava versi di gioia o sofferenza dalle loro vite... Apparentemente assomiglio un po’ a loro e gli sono grato che siano ancora dentro di me in tutti gli anni della mia vita creativa.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento della creazione non ha tempo. Come dice Tolstoj: "la creatività è come una tosse, devi scrivere quando arriva la tosse e non puoi tenerla ...” La poesia mi ha svegliato anche a mezzanotte. Ho anche scritto sotto le lampade del marciapiede, quando la poesia mi ha "colpito" ...
La prosa, in particolare il romanzo, richiede più ordine dallo scrittore, con un programma pianificato. Di solito scrivo la mattina presto, dalle 5 alle 7 o alle 8. La sera, dopo le 10 o le 2 o le 3 del mattino. Voglio essere solo con me stesso quando scrivo: io con i miei personaggi, in completa intimità; lontano dal rumore e dalla realtà della vita quotidiana.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Lo scrittore italiano Alberto Moravia, Gabriel Garcia Marquez, il premio Nobel greco Odysseas Elytis o lo scrittore Nikos Kazantzakis ... Vorrei che Pushkin ed Esenin, Byron, Whitman e Burns, Tolstoj e Dostoevskij, Hugo, Remarque ed Hemingway fossero miei contemporanei, anche se io penso che loro siano contemporanei. Anche Boccaccio, mi appare scendendo dalle colline di Firenze con "Decameron" nelle sue mani e "Decameron 2", in manoscritto .... Non ci sono calendari per gli scrittori, loro creano l’eternità.
Quando ero davanti alla tomba di Dante a Ravenna, mi sentivo come se fossi dentro la sua tomba, poi entrambi uscimmo fuori e compimmo un salto dal 14° al 21 ° secolo. E lui non si è mai fermato nei secoli ... succede con i geni.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Le circostanze della vita e del tempo plasmano gli scrittori, ispirano le opere letterarie... Esiste uno scopo per il quale nasce un’opera letteraria. È un obbligo e una responsabilità davanti al lettore di oggi e dei tempi a venire. La vita ha molte possibilità e impossibilità. Le impossibilità, che sono maggiori delle possibilità, lo scrittore le rende possibili attraverso l'opera letteraria.
Ecco come sono nate tutte le mie opere, in poesie, storie, drammi o romanzi, dal romanzo "Il manicomio" a "La notte funesta" .
All'interno di un romanzo ci sono persone, che agiscono in eventi e luoghi, lì dove sono necessari, secondo l’atteggiamento e il giudizio che ha lo scrittore verso la società, verso il bene e il male, verso il crimine e l'inganno, verso l'amore e il tradimento, verso la propria nazione e l'universo.
In una poesia una volta ho detto:
"Lo scrittore è nato prima di Adamo ...
e muore tra le lacrime della farfalla, ...
e si dissolve nel mondo dell'invisibile ..."
Si dice che lo scrittore scriva per il lettore. Non ho mai pensato al lettore quando scrivo. Lo scrittore scrive ciò che pensa e sente della vita, del tempo, della società. È la sua capacità di esprimere i propri pensieri e sentimenti che determina il successo nel pubblico.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Al centro di un'opera letteraria c'è la verità. Anche ciò che in un’opera non è accaduto veramente, dovrebbe essere letto come vero. Per creare "verità letterarie", sono stato influenzato dagli studi, dalla lettura e dalle esperienze di vita. Non solo ciò che accade nella società, ma anche ciò che accade in una singola vita, e ciò che non è mai successo, deve diventare un "cibo" mentale e spirituale per lo scrittore e rispecchiarlo nella sua stessa opera letteraria. Questo è quello che è successo con il romanzo "La notte funesta".
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Sono entrambi inseparabili. Il romanzo stesso è una combinazione di reale e irreale. Possibile e impossibile.
Lo scrittore ha bisogno di fuggire dalla realtà, portando la realtà con sé; altrimenti non c'è lavoro letterario.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Come in ogni lavoro, anche in questo romanzo, lo scrittore è onnipresente. Nel suo essere, i personaggi emergono e agiscono sui suoi sentimenti. I personaggi sono costruiti dallo stesso scrittore, come se stesso o simili, come i suoi cari o quelli che conosce nella società e nella storia, quindi li mette in relazione l'uno con l'altro, creando personaggi, eventi e situazioni dalla realtà all'immaginario. Questo è quello che è successo ai personaggi di questo romanzo.
Lo scrittore, se non vede nella propria mente, non può scrivere una poesia, una storia o un romanzo. Deve cercare e sapere cosa cercare. Se la sua mente non riesce a creare una sorta di "Collective Imagination”, il suo lavoro non avrà successo.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Fondamentale in questo romanzo è l'amore. E nessuno può negare l'amore e vincere. L’amore ha vinto la mafia della politica, dei profitti criminali, fino alla rimozione degli organi... In ogni caso, non importa quanto una storia è comune o inaudita, l'amore vincerà. Anche il globo ruota attorno all'amore. L'amore rende forte e vittorioso anche l'uomo più fragile, come è successo con la ragazza cieca, Margarita... Ma anche il padre di Amy, il medico che si è macchiato di molti crimini, è stato, alla fine, sconfitto dall’amore. L'amore è la vita vera in ogni momento.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Io non posso mantenere il segreto di un'opera letteraria. Condivido ciò che penso con la famiglia, con gli amici e le persone care che mi amano. Questa anti-sorpresa non mi ha fatto del male. Anche per l'origine di una parola, non "chiedo" solo al dizionario, ma anche ai miei amici buoni e saggi. E, penso, che un'opera letteraria non sia mai solo il "segreto" dello scrittore, ma anche di molti lettori.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Qui la modernità si confronta con il classico. Personalmente preferisco i libri stampati su carta, che sfoglio e metto sotto il cuscino prima di andare a letto. Però la vita di oggi li richiede entrambi, cartaceo e e-book. Ma io, che ho circa 3000 libri nella mia biblioteca, dico: anche nell'anno 3000 il libro di carta, non perderà valore anzi potrebbe avere più valore di quanto ne abbia oggi.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ascoltare un'opera letteraria è divertente, in particolare la poesia. Per creare emozioni... Sin dai tempi di Omero, le opere letterarie sono state dette e ascoltate, oggi le possiamo leggere e ascoltare. Penso che le opere letterarie abbiano una maggiore diffusione grazie agli audiolibri.
 
 
 
 

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