1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Roma nel 1975. Fin da piccola ho avuto la fortuna di vivere in una famiglia, sia dal lato paterno che da quello materno, molto stimolante. Circondata da scrittori, artisti e scienziati. Ho imparato ad apprezzare tutte le materie, sia quelle umanistiche che quelle scientifiche, tanto da portarmi a frequentare il liceo classico nonostante la mia forte passione per la biologia, la fisica, la chimica e la matematica, proprio al fine di avere una formazione e un bagaglio culturale ad ampio raggio. Fin da piccola ho sempre amato scrivere, e già alle elementari tentavo goffamente di scrivere poesie e piccoli racconti. Non dimenticherò mai l'appoggio e l'approvazione incondizionata che ho sempre ricevuto da parete del mio nonno materno, uomo di grande cultura, che parlava correntemente almeno tre lingue e passava le sue giornate sempre con il naso tra i libri.
Mi piace leggere. Mi piacciono praticamente tutti gli animali, l'autunno, la montagna, il profumo dei boschi e le giornate piovose, e mi piace coltivare il mio orto.
Dopo la ricerca scientifica ed un periodo di riflessione ho scelto l'insegnamento perché credo fortemente nel potere della cultura, e credo che questo sia il messaggio più importante da trasmettere ai giovani fin da piccolissimi.
Sono la fortunata mamma di due splendide bambine e forse proprio loro sono state la scintilla che mi ha riportato alla passione per la scrittura e a dare di nuovo spazio alla mia fantasia.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Come dicevo in precedenza faccio la Professoressa nella scuola statale e sono mamma di due bambine piccole, e questo non mi lascia molto spazio per dedicarmi alla scrittura. Approfitto di piccoli momenti rubati alla giornata, oppure mi dedico alla scrittura la sera tardi quando le mie bambine dormono e posso ricavare un po' di tempo tutto per me.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non è una scelta facile, ci sono molti autori contemporanei che mi affascinano. Direi che se dovessi fare una scelta mi orienterei su Isabel Allende, Luis Sepulveda e Stefano Benni. Autori molto diversi tra loro per genere e stile.
Tra tutti e tre in particolare Stefano Benni è quello che più mi appassiona. I messaggi ed i concetti che trasmette al lettore sono spesso molto vicini al mio modo di pensare, ed inoltre quello che sempre mi ha affascinato è la sua smisurata fantasia ed inventiva.
4. Perché è nata la sua opera?
Il mio libro è nato per caso, per un gioco. La mia figlia più grande è un'appassionata di racconti, e spesso i libri che le compravo venivano divorati in pochissimo tempo cosicché spesso chiedeva direttamente a me di inventare nuove storie.
E poi è successo che qualcuno di questi racconti veniva chiesto più volte, e via via prendeva sempre più forma, si complicava, si affinava e allora ho deciso semplicemente di mettere su carta quelli che ormai ripetevo più frequentemente.
Lo Sdrunfillacchio Furlo in particolare voleva essere qualcosa di diverso. Viviamo purtroppo in un'epoca in cui la fantasia dei bambini è poco stimolata e fortemente limitata dall'utilizzo della tecnologia, dei media e dei "giochi già pronti". I bambini non riescono più a trovare lo stimolo nella noia... Di libri di favole per bambini, belli, ben illustrati e con dei messaggi importanti ce ne sono tanti. Io volevo fare qualcosa di diverso, volevo lasciare più spazio ai piccoli lettori, volevo stimolare la loro fantasia, volevo regalare ai bimbi un'occasione per viaggiare con l'immaginazione non solo inventandosi le illustrazioni ma scegliendo spesso loro stessi il significato di alcune parole.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Come detto in precedenza fin da piccola sono cresciuta in un contesto sociale molto stimolante. Ho avuto accanto, e tutt'ora ho, parenti artisti, scrittori, insegnanti, giornalisti e scienziati. A 13 anni ho scelto di approfondire le materie umanistiche anche se già ero consapevole che la mia scelta universitaria sarebbe stata di tipo scientifico. Ho seguito le orme di mia madre che mi ha insegnato il valore della "forma mentis" più che la semplice nozionistica. Credo che tutto questo sia stato di fondamentale importanza nella mia formazione letteraria. Grazie a mia madre ho imparato ad amare la lettura e a capire che un libro non è solo una storia, leggere apre la mente alla fantasia e ci arricchisce ogni giorno.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Se da una parte è vero che scrivere è un'evasione dalla realtà perché quando si scrive, almeno per la mia esperienza, ci si racchiude nel profondo della storia che si sta creando, dall'altra la scrittura per quanto fantastica, per quanto favolistica ha sempre una forte connessione con la realtà. Le storie per bambini non sono semplici storie di fantasia, racchiudono messaggi importanti, morali ed insegnamenti profondi che spesso vanno a costruire il senso etico dei piccoli lettori che un giorno diventeranno persone adulte e che ad oggi rappresentano il futuro del nostro pianeta.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi molto. C'è la mia fantasia, il mio modo di essere e di pensare, i valori in cui credo (l'importanza della curiosità, la valorizzazione del diverso e l'accettazione dei cambiamenti come risorsa e stimolo per nuove avventure), i problemi e le discussioni affrontate con le mie bambine, gli insegnamenti che voglio trasmettergli e che ogni giorno cerco di ricordagli.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ovviamente le mie bimbe e soprattutto la mia primogenita. Credo che se non ci fosse stata lei tutto questo non si sarebbe mai realizzato. Emma mi ha stimolato, mi ha fatto riscoprire la fantasia che avevo quando ero bambina, mi ha guidato ed ispirato ad ogni passo. Mi ha insegnato a capire di cosa avevano bisogno i bambini. Grazie mio piccolo grande pezzettino di cuore!
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
E a chi se non ad Emma?! Che ovviamente ha approvato la stesura della storia e poi però si è arrabbiata moltissimo perché anche lei voleva già pubblicare le storie di sua invenzione.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non so. L'ebook è uno strumento utilissimo, e non posso dire nulla a suo sfavore, anzi lo trovo anche altamente ecologico, e con l'abbattimento dei costi rappresenta un canale di accesso facilitato per chi non ha grandi possibilità economiche ma non può stare senza leggere. Io però mi sento un'inguaribile romantica ancora attaccata al profumo della carta e alla sensazione del libro tra le dita. Trovo che la versione cartacea porti con sé la storia delle lettere, una piega su una pagina, un appunto in matita, un libro consumato perché letto e riletto più volte...la salsedine che si ferma sulle pagine di un libro letto in barca. In qualche modo, così come il lettore immagina libro che sta leggendo, anche il libro stesso porta con sé l'odore e i segni del lettore con cui ha condiviso il viaggio
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Gli audiolibri sono sicuramente un grande supporto, soprattutto per quelle persone che hanno disabilità che ne limitano la possibilità di lettura o che semplicemente fanno più fatica degli altri a leggere i testi scritti.
Sono sicuramente una grande risorsa.
L'utilizzo dell'audiolibro allarga ampiamente la possibilità di accesso ai testi scritti.
Basti anche solamente pensare ai ritmi frenetici che la vita moderna ci impone, e a quanti di noi purtroppo sono spesso costretti a passare molte ore alla guida della propria auto senza ovviamente poter leggere. L'audio libro apre sicuramente nuove opportunità e spazi per dedicarsi alla lettura.