1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Antonino e sono nato ad Aiseau (Belgio) nel quale ho vissuto solo i primi due anni della mia vita.
Nel 1972 mio padre decise di rientrare in Italia (dal Belgio) quindi ci trasferimmo tutti a Casarano (Lecce) dove sono cresciuto.
Sin da piccolo non ho mai vissuto un ambiente sereno in famiglia, a causa della diversità enorme di carattere tra i miei genitori, ero turbato da continui litigi che a volte sfociavano in piccoli episodi di violenza fisica (soprattutto tra loro).
Tutto ciò mi ha impedito una formazione regolare determinando con il tempo un "Karma" che mi ha fatto commettere un’infinità di errori a partire dai 12 anni di età a quasi 40 anni, alcuni errori li sto pagando a vita, ma ormai consapevole e responsabile, in modo da recuperare il recuperabile per mio figlio e mia moglie, persone assolutamente meritevoli.
Non scendo in ulteriori noiosi dettagli, ma diciamo che non sono mancati neanche momenti così meravigliosi che pochi hanno vissuto!
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Di solito non c’è un momento particolare, ma il momento di ispirazione che determina un buon risultato.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Nessuno in particolare, ma apprezzo il meglio di chiunque di loro!
4. Perché è nata la sua opera?
La mia è stata (più che è) un’esistenza unica nel genere, un po’ come la Divina Commedia del grande Dante Alighieri!
Ho conosciuto L'inferno, il purgatorio e il paradiso.
Ciò che esprimo nei miei pensieri raccontano spesso una sintesi interiore dei tre stadi interiori vissuti ma non solo da me ma di tutti voi, dandone voce.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo, se avessi vissuto una vita comune non avrei quasi nulla da raccontare!
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Personalmente, diciamo, la considero un modo per raccontare una realtà interiore che non tutti sanno o vogliono esprimere, rendendo utile ciò che il lettore legge..
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Diciamo che c’è il meglio di me, il peggio preferisco risparmiarvelo eh, eh…
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Innanzitutto Dio, poi anche la mia paziente moglie, mio figlio e la mia costante ricerca interiore.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ad un’amica scrittrice Svizzera, oltre che a mio figlio e mia moglie che hanno tra l'altro fatto una prima revisione formale.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Secondo me può essere un buon mezzo ma non l'unico, personalmente preferisco la versione cartacea… ma la tecnologia e la vita in genere si trasforma, bisogna quindi saper seguire queste trasformazioni.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Molto importante soprattutto perché rende partecipi i non vedenti che per natura sanno apprezzare ciò che ascoltano ma anche per un fatto di relax, a mio parere.