1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho avuto l'infanzia di una zingara, o quasi. Ho vissuto in diverse città d'Italia per seguire, con la mia famiglia, il lavoro in banca di mio padre. Ho tre sorelle a cui sono molto legata ed è grazie a loro e al forte amore per i miei genitori che non mi sono sentita mai sola, nonostante ogni volta mi trovassi in nuovi ambienti e in mezzo a persone sconosciute. Anche se ora non mi muoverei mai da Ancona, che è la città dove vivo e dove sono nati i miei figli, penso che questo viaggiare sia stato uno dei fattori che ha contribuito a sviluppare la mia fantasia. Non ho mai deciso di diventare scrittore e non mi ricordo quando ho iniziato a scrivere, perché l'ho sempre fatto. Nel 2015 però ho scritto per la prima volta un vero libro, poi un altro e adesso il terzo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Vado sempre in giro con un tablet e un blocco per gli appunti nella borsa per annotarmi idee improvvise o aggiunte vitali ai miei racconti, ma la vera scrittura preferisco farla a casa e nei momenti in cui riesco a essere più tranquilla. Può essere mattina, pomeriggio, sera o anche notte, ma la cosa importante è non avere interferenze ai miei pensieri.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore preferito è Andrea De Carlo. Credo di aver letto tutto ciò che ha scritto. Per me è come un mago che trasforma le parole in immagini e riesce a dare un mondo interno a ogni suo personaggio.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia ultima opera è nata come le altre: perché mi piace dire ciò che penso sulle cose che ci succedono nella vita. Scrivendo un libro lo puoi raccontare inventandoti una storia che, con la passione, viene fuori da sola frase dopo frase, pensiero dopo pensiero.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Credo che il contesto sociale in cui si vive sia importante per la formazione letteraria di ciascuno di noi. Ci stimola, ci fa venire nuove curiosità e voglia di sapere e ci crea stati d'animo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è un modo per raccontare la realtà, anche se non la mia personale.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In ciò che ho scritto di autobiografico non c'è niente, ma credo che un po' di me sia in ogni personaggio che descrivo.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Penso che ogni persona che ho conosciuto e frequentato nel periodo di stesura della mia opera, che è riuscita a farmi provare emozioni e conoscere cose nuove, sia stata importante.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Le mie sorelle sono state le prime a leggere il mio libro.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Purtroppo per me che amo da morire i libri cartacei, direi proprio di sì.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Il pensiero di godermi un buon libro con gli occhi chiusi non mi dispiace per niente. E forse anche la mia paura di avere problemi alla vista quando invecchierò, visto che la sforzo tantissimo tra disegni, lettura e scrittura, in questo modo potrebbe essere risolta. Inoltre si potrebbe proporre in quei momenti di attese forzate o addirittura mentre sei dal dentista, lui ti cura e tu ascolti il libro che più ti piace.