1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura ha sempre significato, per me, la possibilità di guardare il mondo e riportarlo nelle mie poesie, nei miei racconti personalizzandolo. Si ha sempre la sensazione, leggendomi, che io parli e descriva esperienze personali, ma non è così. Sono le sensazioni, le visioni esterne che rivivono in prima persona. È questa l'emozione più grande dello scrivere. Almeno per me.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutta la mia vita reale è presente nelle mie poesie e nei miei racconti. Sono le mie esperienze di vita che mi portano a leggere quello che mi accade intorno; però non è autobiografia. Le mie poesie non sono autoritratti bensì ritratti di persone, personaggi da me interpretati.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quest'opera è una raccolta di poesie tratte da vari libri. Alcune sono vecchissime, altre scritte in quest'ultimo mese. Raccoglierle è stato un lavoro bellissimo perché mi ha "costretto" a rileggerle tutte. Molte avrei voluto anche modificarle alla luce delle nuove esperienze che la vita mi ha sparso sul mio camino ma ho preferito lasciarle così com'erano state scritte anche a 16 o 17 anni.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata molto combattuta ed avevo varie opzioni come "amica ritrovata" con sottotitolo "La mia amica poesia "Intrecciando ombre".
Ma il concorrente al titolo più agguerrito era "versi sopravvissuti" visto che buona parte delle mie poesie, da ragazzo, le ho distrutte.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Come libro ho amato tantissimo "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" di Sepulveda che ho riletto ultimamente, per l'ennesima volta, dopo la morte dell'autore. Trovo questo libro di una bellezza limpida e pura. Scritto con l'abilità e surrealismo che solo gli scrittori latino-americani hanno.
6. Ebook o cartaceo?
Non c'è differenza, l'importante per me è leggere. Ho sempre letto molto ma da quando sono in pensione leggo circa 30 40 libri all'anno indifferentemente sia sul mio Kindle che in formato cartaceo. Si, è vero, la carta ha un fascino particolare, un profumo particolare ma l'E-Book è di una comodità... Prima, d'estate, ero costretto a viaggiare con una quantità di libri (e di peso) mostruosa, oggi posso portarmi centinaia di libri in un piccolissimo apparecchio.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai pensato di intraprendere la professione di scrittore e, per molti anni, ho scritto giurandomi che mai nessuno avrebbe letto quello che avevo ed andavo scrivendo. Poi... ho pensato “Ma perchè no?” ed ecco qui il mio libro.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Tra le mie poesie c'è un verso che dice
"Sei tornata a stringere la mia mano
ed io ti ho nuovamente con me".
Questi versi non sono rivolti ad una donna ma ad una penna stilografica che ho usato una vita, e che uso ancora, per scrivere. L'averla ritrovata mi ha spinto a scrivere altre poesie e, in un secondo momento, a tentare la pubblicazione di questo libro.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una sensazione magnifica! Da non crederci! Pensare che da questo momento un MIO libro è in vendita nelle librerie italiane mi regala una forma di euforia che poche volte ho provato. Poi, come si dice, se una persona scrive qualcosa è perché vuole che altri la leggano.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona alla quale ho fatto leggere il mio libro è un mio carissimo amico con il quale, usando lo pseudonimo "Le 4 mani" ho scritto alcuni romanzi comici e surreali. Un amico che conosco da quando, alle scuole medie, siamo capitati entrambi nella classe II E.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho mai ascoltato leggere un libro (tranne quando ero piccolo). Mio padre che la sera leggeva “Zanna Bianca” è un bellissimo ricordo. Però non mi scandalizza l'idea: Meglio sentire un libro che non leggerlo affatto. Credo comunque che la lettura ti faccia entrare più in contatto con gli accadimenti del romanzo e poi, la possibilità di rileggere più volte un verso o un periodo, sia una cosa imprescindibile di una buona lettura.