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BookSprint Edizioni Blog

11 Mag
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Intervista all'autore - M. Ivana Costanza

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Ivana (all'anagrafe Maria Ivana Costanza). Classe '95.
Ho trascorso la mia infanzia ed adolescenza su una splendida isola immersa nel Mar Mediterraneo: Lampedusa. Ho vissuto lì fino all'età di 18 anni. Dopo aver conseguito il diploma, nel 2014 ho deciso d'intraprendere la mia carriera universitaria a Milano, città che sin da adolescente ho amato. Ho studiato per 5 anni, durante i quali ho conseguito due lauree: l'ultima in "Digital Marketing Management" nel 2019. Conclusi gli studi, ho scelto di vivere in questa frenetica ma affascinante città dove attualmente lavoro.
In merito alla scrittura. Non ho mai avuto una passione irrefrenabile, ma ho sempre cercato e sperimentato svariati modi per esprimere ciò che sono. La pubblicazione di questo romanzo è solo uno dei tanti.
Sono sempre stata incline a tutto ciò che riguardasse l'ambito artistico-musicale. Tra le mie passioni più grandi: il canto, la recitazione, la musica (suono chitarra e clarinetto dal 2009). Per me scrivere è sempre stato un modo per imprimere nero su bianco emozioni, sensazioni, esperienze e particolari momenti di cui voglio conservare memoria.
Non c'è quindi stato un preciso momento in cui abbia deciso di diventare una "scrittrice". Ho deciso di pubblicare questo romanzo perché ho sentito l'esigenza di condividere, con altri, qualcosa che riguardasse anche questa mia "sfera".
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Negli ultimi 5 anni ho avuto il "piacere" di leggere pile di manuali accademici e mai avrei immaginato che sarei riuscita a sfogliare anche solo una pagina di un ulteriore libro, figuriamoci a scriverne uno. Col tempo mi sono resa conto che il mio "mai nella vita" è più un "come ho fatto a finirci dentro?". Così eccomi qui: con il mio romanzo tra le mani.
Non ho precisi momenti della giornata che dedico alla scrittura. Alle volte è più un impulso derivato da una particolare situazione, altre un momento in cui mi lascio pervadere da un senso di pace, spensieratezza e fantasia.
In genere, mi capita di scrivere la sera. D'altronde si sa: "La notte porta consiglio".
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
In verità, non ho un autore preferito perché il tempo che in genere dedico alla lettura "personale" è davvero poco. Tuttavia, pensando alla mia adolescenza, ricordo di aver letto qualche libro di Nicholas Sparks, Dan Brown, Agatha Christie, Stephen King. Ho sempre spaziato tra i generi Horror, Amore, Thriller, Mystery ...
Ad oggi continuo a non prediligere particolari autori.
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per caso. Avevo 18 anni quando sono stata pervasa dall'idea di scrivere un romanzo. In verità non era la prima volta che provavo a scrivere un libro, ma finivo sempre per lasciare le storie a metà. Quell'estate del 2014 però decisi di portare avanti quel "racconto" perché volevo imprimere, su quelle pagine, le emozioni e le sensazioni tipiche dell'età adolescenziale.
Lo conclusi qualche settimana prima di partire per Milano. Da quell'estate del 2014 "Vittima dei Segreti" venne archiviato in una cartella tra i miei innumerevoli file. Ero fiera di averlo portato al termine, ma non mi sfiorò l'idea di pubblicarlo. In fondo, l'avevo scritto per mantenere il ricordo, le sensazioni e la fantasia di una me adolescente.
Vi starete chiedendo, perché abbia deciso di riprenderlo e pubblicarlo solo adesso?
Premetto che in questi anni non ho mai dimenticato quel vecchio file.
Era un noioso giorno di Gennaio 2020 quando pensai a "Vittima dei Segreti". Mi lasciai trasportare dai ricordi. Era il mio primo romanzo. Il primo che ero riuscita a concludere. Così decisi di riprenderlo, correggerlo e crearne una nuova versione. Ho stravolto la forma, il lessico ma non la trama e l'essenza; perché tra quelle righe vivevano pensieri ed emozioni tipiche di quell'età. Un'età in cui si è un po' ingenui e decisamente più spensierati.
Posso dire che la mia opera è nata due volte: nel 2014 dalla mente di un'adolescente particolarmente incline all'amore e alle vicende intriganti; e nel 2020 dalla mente di una giovane donna che ricorda con un sorriso la spensieratezza e leggerezza di quegli anni.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale attuale non ha avuto una particolare influenza sul mio romanzo. Sicuramente nel racconto non mancano riferimenti a tematiche che da sempre caratterizzano la realtà in cui viviamo. Alcune di queste rimarcano infatti un contesto e i "problemi" a cui possono andare incontro giovani ragazzi a causa di qualche imprudenza e non solo. Nel testo sono palesi anche alcune dinamiche che nella realtà possono innescarsi a seguito di particolari mancanze, denigrazioni o paura di perdere qualcosa o qualcuno. Posso affermare che nel romanzo è stato dato maggior risalto alle dinamiche tipiche di un'età particolare.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo che la scrittura rappresenti entrambe le cose. Alle volte si sente la necessità di raccontare la realtà per documentare un particolare periodo o per lasciare memoria di una situazione o momento che ci ha particolarmente segnato in positivo o in negativo. Tuttavia, non credo nell'oggettività assoluta. Non esiste scrittore che non ci abbia messo del suo all'interno di un testo. E non mi riferisco al mero contenuto. Anche la forma e lo stile in viene scritto un testo rispecchiano il modo dell'essere di uno scrittore.
Se da un lato la scrittura può servire a lasciare memoria di un dato contesto, dall'altro può rappresentare una vera e propria evasione dalla realtà. Pochi sanno cosa voglia dire abbandonarsi alla fantasia. Entrare in mondi nuovi e scrivere di situazioni in cui, alle volte, ci si vorrebbe trovare idealizzando contesti e persone.
Scrivere è pura libertà.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Alcuni personaggi del mio romanzo rispecchiano un pezzo del mio carattere: dal più curioso, al più misterioso; dal più pasticcione al più romantico. Insomma, un vero e proprio mix! Ma solo chi mi conosce a fondo è in grado di captare la vera Ivana nascosta tra i personaggi.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì: me stessa. Premetto che la mia non vuole essere un'affermazione egoistica, ma di riconoscimento dell'impegno che ho mostrato nel portare al termine qualcosa in cui credevo. Sono sempre stata critica nei miei confronti (lo sono ancora oggi) e la stesura di questo romanzo è per me la prova che con impegno, costanza e forza di volontà è possibile raggiungere qualsiasi obiettivo. Ho imparato che il mio "mai nella vita" è proprio ciò mi spinge a "buttarmi".
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Avendo dato vita a diverse versioni prima della copia definitiva, mia madre e il mio ragazzo sono stati i primi ad aver seguito l'evoluzione e gli innumerevoli cambiamenti in corso d'opera del romanzo. Che dire... li ringrazio per non avermi mandato a quel paese dopo l'ennesima correzione!
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo che l'e-book sia sicuramente un modo per poter rendere la lettura più smart ed immediata ovviando alcuni problemi relativi principalmente all'ingombro di portarsi dietro un libro cartaceo. Tuttavia, credo che non potrà mai sostituire il buon vecchio LIBRO. L'odore delle pagine, la soddisfazione di sfogliarle ... credo che nulla potrà mai essere all'altezza di tutto questo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che l'audio-libro rappresenti una vera e propria rivoluzione su due fronti: da un lato consente anche a chi non ha facoltà di lettura di poter godere la bellezza dei contenuti all'interno di un qualsiasi testo; dall'altro la possibilità di immergersi pienamente all'interno di un racconto, percependo ogni singola sfumatura legata ai toni e alle capacità interpretative del narratore.
La lettura è in grado di catapultare all'interno di una storia, di un preciso momento, rendendo il lettore un vero e proprio spettatore.
Ciak. Azione.
 

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