1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vengo da Arienzo, un piccolo paese ai confini tra la provincia di Caserta e quella di Benevento. Esso si trova all'interno della Valle di Suessola e rappresenta la porta di entrata a Sud della Valle Caudina, località famosa dove i nostri avi, i fieri Sanniti sbaragliarono l'esercito Romano nella disfatta passata alla storia come la "Battaglia delle Forche Caudine". In verità non ho deciso di diventare scrittore, continuo a svolgere il mio lavoro tra boschi e foreste, ma grazie alla pazienza, alla professionalità, e l'impegno di tutta la vostra redazione ho avuto la possibilità di poter dare forma ad una delle mie passioni, la scrittura.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Solitamente la sera. È il momento in cui riesco a riordinare i miei pensieri, facendo un resoconto e metterli poi su carta (anzi su schermo).
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Mauro Corona. Ammiro la sua scrittura, il suo modo di raccontare, i personaggi e i luoghi dei suoi romanzi. Scrittore, scultore, alpinista. Uomo di boschi e montagne. Maestro oltre che esempio.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per raccontare, a chi avrà voglia e tempo di leggere, racconti e storie del mio paese, di personaggi genuini e ambientazioni bucoliche.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale ha influito in quanto mi ha indicato la strada da seguire. Ma non parlerei di formazione letteraria. Non ho studiato per diventare un letterato. Ho studiato per capire come utilizzare e salvaguardare boschi foreste e piante. Parlerei di una formazione silvo-letteraria in cui ogni specie arborea potrebbe rappresentare un romanzo a sé. Una biblioteca immensa e ricca di volumi.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è raccontare se stessi a persone sconosciute. A chi avrà tempo e voglia di leggerti. Ma è inutile essere retorici. Scrivere è anche sognare, e sognare un momento di gloria per se stessi, e perché no sognare magari di diventare ricchi e famosi grazie alle proprie opere.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Ho cercato di immedesimarmi in uno dei personaggi del libro, cercando però di perfezionare alcuni elementi del carattere. Direi quindi che c'è molto di me in questo libro.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, un amore passato. Un amore di qualche anno fa.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia sorella.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non so se sarà il futuro. Personalmente sono tradizionalista, e preferisco il vecchio libro quello in carta, magari riciclata. Però guardo sempre con ottimismo alle nuove tecnologie, ed al progresso in generale, e se l'ebook può essere uno strumento utile per diffondere la scrittura e la cultura, soprattutto ad un pubblico più giovane ben venga.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro penso che possa essere uno strumento a supporto del libro o dell'ebook. Ma non può sostituirsi ai suddetti. Leggere un libro è un’esperienza personale, direi intima. Una esperienza che ha il suo ritmo, le sue pause, le accelerazioni dovute alla curiosità di arrivare velocemente alla fine. E tutto ciò, almeno a mio avviso, non può essere sostituito dalla voce di un lettore, o peggio dalla fredda voce di un motore di sintesi vocale.