1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è sempre stata una valvola di sfogo.
Quando venivo presa in giro tornavo a casa da scuola e scrivevo, quando non riuscivo ad esprimere direttamente i miei pensieri li scrivevo.
Volevo che in qualche modo la mia voce si sentisse, anche solo attraverso delle parole su un pezzo di carta.
Ora posso dire che scrivere per me è una vera e propria passione, mi piace e mi diverto tantissimo quando lo faccio.
Le emozioni che provo sono indescrivibili ma penso che la gioia che sento nel cuore quando quello che scrivo piace le batta tutte.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nella trama niente, è tutto frutto della mia immaginazione ma nella protagonista mi sono descritta io.
Evelyn compie esattamente le stesse azioni che avrei compiuto io in determinate situazioni, parla come lo faccio io e pensa le stesse cose che avrei pensato io.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Per me ha significato davvero tutto.
Avevo già scritto altri libri ma non ne sono mai stata pienamente convinta.
Questa storia è stata la mia svolta perché oltre a piacere agli altri, piace anche a me.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho cambiato il titolo della storia circa cinque volte prima di trovare quello giusto.
Sono una persona molto indecisa ma soprattutto non mi piace accontentarmi quindi ho cambiato e ricambiato fino a quando non sono stata del tutto sicura.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei senza ombra di dubbio "Il Rischio del segreto" di Sara Dardikh perché è un libro pieno di enigmi, misteri, emozioni e cose da capire quindi con tutti quei colpi di scena certamente non mi annoierei mai!
6. Ebook o cartaceo?
Non saprei scegliere, da piccola ho letto sia libri cartacei che libri E-book e mi sono trovata bene con entrambi.
Penso però cartaceo, perché secondo me non c’è cosa più bella del profumo delle pagine e della soddisfazione che si prova a scorrere le dita su carta e inchiostro.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La mia passione per la scrittura è nata per caso.
Avevo undici anni e dopo aver litigato con i miei vecchi compagni di classe a scuola e tornai per la milionesima volta a casa in lacrime presi un foglio e iniziai a scrivere i miei pensieri, uno dopo l’altro.
Facevo sempre questo per sfogarmi ma a un certo punto mi accorsi che mi piaceva tutto questo, quindi presi i fogli e li feci leggere a mia cugina che ne rimase molto colpita.
Da lì è iniziato tutto, mi sono iscritta su Wattpad e non mi sono fermata più.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Sapere com’è nato il libro è una cosa che farà abbastanza ridere.
Ero a scuola, stavamo facendo una lezione di grammatica e la mia professoressa a un certo punto lesse una frase contenente la parola “Pistola”.
Da lì, non so perché, il mio cervello si attivò e formò tutta questa storia contorta che poi misi in ordine solo a casa.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sono davvero delle emozioni uniche ed indescrivibili.
Quando ho scritto questa storia mai, e dico mai, avrei pensato che potesse diventare cartacea e invece sono qui a rispondere a un’intervista riguardante me e quello che scrivo.
Mi sembra davvero di sognare ad occhi aperti.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona ad averlo letto è stata la mia migliore amica a distanza, Aya.
Lei mi ha sempre supportato, anche nei libri che ho scritto prima di questo e per me il suo parere conta tantissimo e siccome mi fido ciecamente di lei le ho mandato la trama e qualche capitolo prima di pubblicarlo.
Infatti poi ho reso il mio libro pubblico solo quando ho visto un riscontro positivo in lei.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia una cosa molto utile e interessante.
Magari per chi non ha voglia o per chi non ne ha la possibilità di scorrere il dito sullo schermo oppure sfogliare le pagine è un modo nuovo per farsi una cultura.