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30 Apr
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Intervista all'autore - Elisa Meloni

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è un momento in cui decido di staccare da tutto il resto e mi concentro esclusivamente a mettere nero su bianco quello che ho in testa. È decisamente rilassante.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Ho degli amici che lavorano per un quotidiano on-line e a volte collaboro anch'io. Quindi direi che il personaggi di Katrine è stato ispirato da questo. Per il resto non c'è nulla della mia vita reale.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo romanzo per me ha significato tanto. Ha voluto dire che ce l'ho fatta. Che sono riuscita davvero a riportare su carta tutto quello che penso e immagino.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo non è stata complicata. Ho prima pensato a scrivere il libro e una volta finito, il titolo è venuto da sé. Non ho pensato molto. Le parole sono venute fuori. L'ho detto a voce alta e mi piaciuto.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se mi dovessi ritrovare in un isola deserta vorrei come me uno dei libri di Michael Connelly. Adoro il suo modo di scrivere e amo i suoi personaggi.
 
6. Ebook o cartaceo?
Personalmente preferisco il cartaceo. Il poter sfogliare un libro, un quotidiano, una rivista.... Sentire la pagina tra le dita quando la si sfoglia, è di gran lunga migliore che strofinare un dito su uno schermo. L'odore delle pagine è molto bello. E il rumore....fantastico.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Mi è sempre piaciuta l'idea di poter mettere nero su bianco quello che pensavo. Probabilmente ho iniziato a pensarci da quando frequentavo le scuole superiori. Ne scrissi uno ma non approfondii mai la struttura e la stesura della forma. Poi decisi che era ora di fare sul serio.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di questo romanzo nasce qualche anno fa. Inizialmente volevo riprendere un manoscritto che avevo scritto all'età di sedici anni. Ma era molto confuso. Così iniziai a buttare giù qualche parola e idea nuova. Quasi che non prendeva mai forma. Di punto in bianco, è come se si fosse accesa una lampadina, e lo scorso anno, in estate, ho scritto tutto. In pochissimo tempo avevo un nuovo manoscritto con una storia stesa in tutte le sue parti. Non ho un aneddoto legato a questo romanzo.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una sensazione bellissima. Tu sai cos'hai in mente e man mano che scrivi e vedi che le pagine si riempiono di parole... dici: "Wow!" Senza considerare che alla fine di tutto hai tante pagine tra le mani e pensi: "è un libro!"
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona a cui ho fatto leggere il libro è stata mia sorella Patrizia. Lei ama molto leggere quindi mi sono detta: "Ehi, lei saprà sicuramente dirmi se ho scritto un libro o no." Così il manoscritto originale lo ha letto lei.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sinceramente trovo che possa essere utile solo in rare occasioni. Qualcuno che magari ha esaurito lo spazio dentro casa per il cartaceo, o se una persona lavora troppo e non ha il tempo per leggerlo e approfitta di questo strumento per ascoltare il suo autore preferito. Come per l'ebook, penso che sfogliare un libro non possa avere paragoni.
 
 
 
 

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