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29 Apr
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Intervista all'autore - Alessia Gasparetti

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me rappresenta una doccia calda, una passeggiata, un momento in cui mi libero da tutti i pensieri e mi dedico a me stessa. Scrivere per me rappresenta il tutto, la valvola di sfogo da un mondo che mi pare estraneo.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tanto. Le mie poesie rappresentano la mia vita.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ha significato rivincita, da una malattia che sembrava togliermi ogni cosa. Ma la scrittura è rimasta e mi ha portato a scrivere questa opera.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata molto semplice. È la chiave che rappresenta il mio pensiero, la mia vita: un affanno continuo verso la libertà.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Vorrei con me Wulf Dorn, il mio autore preferito, e porterei con me il suo libro “incubo” dagli incubi si possono trarre tante cose o no?
 
6. Ebook o cartaceo?
Assolutamente cartaceo, devo sentire l’odore di un libro, devo sentire quelle pagine ruvide a contatto con me.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È stata una passione fin da piccola, scrivere come ho detto mi ha aiutato a sfogarmi in molti momenti no.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il mio ricovero. Tutto nasce da lì, ricoverata per anoressia decido di scrivere questa raccolta di poesia per far sbandierare le mie emozioni agli altri. Era troppo dello che le tenevo dentro. E far capire agli altri quando vale la nostra vita.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una cosa magnifica: tra tutte le emozioni non ce n’è neanche una che la può descrivere.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia mamma.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia un grande passo avanti, un aiuto. Anche se, parer mio, la propria voce è il narratore più bello che ci sia.
 
 
 
 
 

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