1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
L'arte dello scrivere non è sempre, non avviene a comando, ma quando arriva quel momento non puoi non udire quella voce che guida il tuo pensiero ed allora un flusso di emozioni investe la tua coscienza ed immediatamente hai la necessità di tradurre tutto in parole. Sono barlumi, scintille di pensieri che rotolano nella mente e non puoi rimandare, quello è il momento giusto perché dopo ce ne sarà un altro che non è lo stesso. È una gioia leggere un pensiero, una emozione che era appena solo un bagliore, poterlo rivivere nella sua interezza tra le righe ben compattato. La scrittura è anche un mezzo per mettere ordine alle stanze della mente, spesso regna il caos per vari motivi. Non resettando dolori e sconfitte accumulate durante il percorso di vita le lasciamo fuori dai cassetti senza rassettare, lo scrivere mette ordine alle cose.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro è uno stralcio di vissuto dove viene messo a nudo l'intreccio di emozioni tra due persone avanti negli anni che credono di avere sopiti, magari mai vissuti i turbamenti di cuore. Questa storia d'amore è messa sotto la lente d'ingrandimento, in età adulta viene tutto analizzato e ponderato, l'esperienza e le cattività fanno chiedere se non è una impalcatura di cartapesta invece di un castello dorato. Infatti l'essenza è il "Forse ........".
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivendo ho rivissuto nei minimi dettagli ciò che ha animato questo amore. Mi ha accompagnato nei momenti di solitudine riscaldando a tratti un cuore chiuso.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Assolutamente no, è stata immediata perché calza perfettamente la primordiale idea che ha fatto scattare l'input nello scrivere questo racconto.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se dovessi essere relegata in un'isola deserta leggerei nuovamente le tre opere di Italo Svevo: “Una Vita”, “Senilità” e “La Coscienza di Zeno”. Il perché è semplice, sono state le mie compagne nell'ultima parte di liceo, ho amato le interlocuzioni mentali e le sue introspettive, la lettura del sé.
6. Ebook o cartaceo?
Ambedue vanno bene, anche se preferisco un salubre libro.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho sempre scritto, ma nulla di completo, stralci, pensieri, forti dolori, mai ho voluto tradurli in libro. Invece in estate, esattamente nell'Agosto del 2020, ho di getto iniziato senza interruzione sino ad ottobre. Credevo di scrivere per me, poi mi dissero che è una bella storia d'amore e la lettura è piacevole tanto che mi convinsero a proporlo alle case editrici.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di scrivere è nata da un distacco, dopo la partenza di una persona cara. Non è proprio un aneddoto, ma la sensazione di vuoto che lascia un abbandono che difficilmente si riesce a colmare. Ti trovi in solitudine tra il verde di un habitat campestre, provi a buttare lì delle parole su un tablet che diventano frasi, poi lunghi periodi ed infine pagine. Ti accorgi che il dolore del distacco è meno intenso, sembra affievolirsi, stai costruendo un ponte di parole che legano due cuori solitari.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
É qualcosa di magico, sai di avere dei pensieri, delle cose da raccontare, emozioni, dolori e tribolazioni, sono nella tua memoria, li hai lì nella tua mente, poi per incanto li tramuti in parole e frasi compiute ed è un'ebbrezza indicibile, alle volte credi che non sei tu a scrivere, ma hai chi ti suggerisce.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il primo in assoluto è stato mio fratello, lui lo ha letto in percorso d'opera.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Potrebbe essere un'innovazione per lettori dislessici. Per i restanti c'è il rischio di impigrire la duttilità della mente nonché si potrebbero tappare le ali della fantasia del lettore.