1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Torino dove tuttora vivo. La mia infanzia è stata felice, negli anni Settanta, quando la città non era ancora caotica come adesso. Si scorrazzava, in lungo e in largo, giocando a pallone e a mille altri giochi, insieme a mio fratello e agli amici di sempre. L'adolescenza fu più controversa, con i primi problemi che si facevano largo, e con le prime inevitabili delusioni. Pur amando molto la natura e la montagna, il destino ha fatto sì, che io restassi qui, nel luogo dove sono nato.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Penso che un adolescente dovrebbe seguire e assecondare i propri gusti e la propria fantasia, c'è solo l'imbarazzo della scelta, nel vasto mondo dell'editoria. La mia personale ricetta è un mix di libri e fumetti.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Purtroppo i tempi cambiano, è inevitabile. Personalmente sono molto affezionato al cartaceo, non farei cambio con null'altro al mondo.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Diciamo una via di mezzo. È cominciata da ragazzo la voglia di scrivere e di creare personaggi e avventure, ma la giusta linea guida è sicuramente giunta con la maturità.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Scrivere questo libro è stato un piacere, ma soprattutto un desiderio coltivato a lungo. Per chi, come me, ama la lettura, riuscire nell'intento di realizzare un libro proprio, è sicuramente un sogno a 360 gradi.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Senz'altro di ritagliarsi uno spazio nella vita di tutti giorni, dedicato al buonumore, in modo da allenarsi in modo sano a non farsi travolgere dagli eventi della vita, e fare in modo, possibilmente, a riuscire a risollevarsi un po', nei momenti più bui.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come spiegavo prima, qualcosa c'era già, ma sono state soprattutto miliardi di letture, tra fumetti e libri, riviste e quotidiani, a spingermi là, dove mi attendevano le avventure, le forme e le follie che avrei scritto nel tempo. C'è sicuramente anche un’urgenza comunicativa, una voglia di raccontarsi, e di alleviare le proprie sofferenze, ma anche un tentativo di rendersi utile, sperando che qualche lettore posa trovare giovamento, dagli sforzi che metto in ogni mio lavoro.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Durante la stesura, di questo libro, in questo caso si tratta di freddure, mi sono trovato a ridere da solo, rileggendole e preparandole. Poi, francamente, mi sono anche trovato in imbarazzo, domandandomi. "Ma le scrivo io, queste cose?" Alla fine, non potevo più io stesso però, arrivando a comprendere certi amici e amiche, che si dichiararono (amichevolmente), esauste.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, una volta che si comincia, non bisogna più fermarsi.
10. Il suo autore del passato preferito?
Tantissimi, uno e nessuno. (Pirandello).
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come accennavo prima, le cose cambiano, i tempi richiedono un nuovo adeguamento. La mia speranza, è che uno non escluda l'altro. E che cartaceo e digitale possano convivere il più a lungo possibile.