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BookSprint Edizioni Blog

19 Mar
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Intervista all'autore - Francesco Tucci

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato nel novembre 2000 a Roma, dove attualmente risiedo e frequento l'ultimo anno di liceo scientifico. Oltre alla letteratura (antica e non), amo il teatro, la matematica, la musica e andare in bici.
Non penso di potermi definire cresciuto, sia per un intenso e faticoso percorso di maturazione che mi sento ancora sulla pelle, sia per l'ostinato piacere che provo nel guardare la realtà con gli occhi di un bambino.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Essendo io stesso ancora adolescente, più facilmente di altri posso rendermi conto di come la lettura sia spesso considerata qualcosa di secondario e "superfluo" da molti noi ragazzi. Consigliare un libro da leggere è sempre difficile: quel che mi sentirei di fare sarebbe piuttosto incoraggiare calorosamente tutti i miei coetanei a "cercare" il libro, per poi entrarci, viverlo, fermarsi e rifletterci su, gustarlo intensamente e a modo proprio. Se si fosse scelto male, non rinunciare e anzi ricominciare con più determinazione la ricerca. Perché la lettura deve essere un amore intimo e faticoso, come ogni amore adolescenziale che si rispetti.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
L'eBook rende senza dubbio più comoda e pratica la lettura - anche di molti testi contemporaneamente. Può tornare utile in viaggio, sui mezzi, e in tutti quei contesti in cui i volumi sono difficili da reperire o da portare con sé. La tecnologia viene incontro alle nostre esigenze, il problema sono al solito le persone: l'eBook non è una valida alternativa al cartaceo, ma se sfruttato con intelligenza può essere d'aiuto in varie situazioni. Io riesco a leggere - o, meglio, a leggere con piacere - soltanto i testi che ho tra le mani, soppesandoli e sfogliandoli, vedendo come si ingialliscono negli anni, spostando con soddisfazione i segnalibri, andando avanti e indietro tra le pagine, e ogni volta farmi raccontare almeno due storie: la loro e quella di tutta la vita che hanno avuto attorno e assorbito.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
L'amore per la scrittura può essere un colpo di fulmine, ma dedicarsi alla scrittura è quasi sempre un amore ponderato.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
"Prova a scrivere" mi disse l'insegnante di italiano delle medie, "Tu devi essere un'anima antica".
Non gli ho mai chiesto cosa intendesse, né avrei desiderato farlo, consapevole del misterioso fascino che quell'affermazione oscura portava con sé. Così ho scritto.
Nel corso di quest'anno mi sono ritrovato a rileggere il romanzo da me elaborato negli anni delle medie, la cui trama ruota attorno alle vicende di una Storia personificata, che viaggia tra montagne e paesi d'Italia per farsi raccontare: spinto dall'entusiasmo che il me stesso tredicenne aveva impresso in quelle pagine, ho deciso di rimetterci mano, rielaborandone stile e contenuti con maggiore maturità e capacità critica.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il cuore del romanzo è l’indagare se stessi nel tentativo di approfondire le vicende umane, sia nell’intimità del singolo che nella condivisione. Il messaggio che mi piacerebbe trasmettere al lettore è quindi quello di non sottovalutare le piccole sfumature della vita, cercare un contatto con l'altro, dando importanza a ogni punto di vista, e soprattutto non rinunciare mai a mettersi in discussione per sostenere il difficile percorso di evoluzione personale verso cui la vita ci spinge.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ho preso coscienza di amare la scrittura pian piano, nell'entusiasmo della vita di bambino, nella fatica della realtà di adolescente, nella solitaria ricerca di condivisione dell'essere umano.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Al secondo anno di liceo, quando ancora non avevo rimesso mano al testo per correggerlo, mi venne di farlo leggere al mio insegnante di latino dell'epoca. Lui poi mi scrisse, e cito: "Ho letto il tuo libro. Ti dovrebbe bastare il fatto che lo chiamo "libro" per capire che cosa ne penso (intelligenti pauca)". Era un tipo esigente e quella fu una piccola, grande soddisfazione.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Scrissi il testo di getto durante un'estate, dopo aver buttato giù la trama, pienamente determinato a portarlo a termine. Non ho mai pensato nel corso di quelle settimane di non finirlo: era un po' una condanna e un po' una vocazione. Probabilmente, però, non avrei mai immaginato di rimetterci mano dopo quattro anni per dargli la forma definita e dignitosa che spero abbia assunto adesso.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Il cuore mi suggerisce prepotentemente di rispondere Italo Calvino, nonostante appartenga a un passato recente, perché tanta parte del mio amore per la lettura e dei miei tentativi di scrittura sono dovuti a lui. Per me è stato fonte costante di ispirazione, meraviglia, e introspezione. Da bambino i suoi romanzi mi rapivano, da ragazzo hanno ampliato la mia realtà, e ancora oggi che sono un quasi adulto continuano ad affascinarmi e stupirmi a ogni rilettura.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La trasmissione orale delle storie costituisce da sempre una tradizione caratteristica e importante per la cultura occidentale. Per me è naturale trarre piacere dal racconto orale, il cui fascino richiama le favole che genitori, nonni e parenti ci raccontavano durante l'infanzia. Tuttavia, vale ciò che ho scritto per l'eBook: a mio avviso l'audiolibro non potrà mai essere un valido sostituto del romanzo cartaceo.
 

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