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BookSprint Edizioni Blog

14 Mar
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Intervista all'autore - Nicole Regazzoni

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Nicole Regazzoni e vengo da Lugano nel Canton Ticino (Svizzera). Mi è sempre piaciuto scrivere e leggere libri di tutti i generi e poi un giorno, durante l’estate del 2018, ho cominciato a buttar giù qualche riga in modo molto disinvolto e anche un po’ per passare semplicemente il tempo. Dopo qualche giorno, i pochi pensieri gettati sulla carta sono diventati sempre più numerosi, ordinati e hanno cominciato ad amalgamarsi e dar forma a una storia più concreta. Si può quindi dire che io non abbia mai veramente deciso di diventare una scrittrice, è semplicemente successo!
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina ed il primo pomeriggio sono sicuramente i momenti durante i quali mi sento più a mio agio nello scrivere anche se i pensieri che rigetto sul foglio sono per la maggior parte pensieri che sorgono durante la sera o mentre cerco di prender sonno.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi permetterò di citarne due: Kazuo Ishiguro e Ian McEwan. Questi due autori riescono sempre a farmi entrare nelle loro storie fin dalle prime pagine. Mi piace inoltre il fatto che ogni parola da loro utilizzata non sia mai messa lì per caso, bisogna dunque concentrarsi per capire a pieno il senso delle loro opere ma al contempo ci si può lasciar travolgere molto facilmente.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Per caso, proprio come il viaggio del protagonista del mio romanzo.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo. Il contesto sociale in cui vivo oppure ho vissuto e tutto ciò che ho visto e sperimentato nella mia vita hanno sicuramente avuto un’influenza importante sul mio modo di scrivere e sul genere introspettivo e legato al flusso di coscienza che contraddistingue il mio lavoro.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è un modo per raccontare la realtà (che sia questa la realtà oggettiva e comune o una realtà soggettiva legata al singolo individuo e quindi non condivisibile) mentre leggere rappresenta un’evasione dalla realtà, un modo per sognare e/o riflettere come altrimenti non si avrebbe l’occasione di fare.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tanto, probabilmente troppo. Molti ragionamenti sono pensieri che vengono direttamente dalla mia persona, altre semplici provocazioni. Alcuni dettagli della narrazione sono esperienze vissute da me direttamente ma in linea generale non si tratta di una descrizione di me come persona o delle mie esperienze ma ho utilizzato la mia persona e le mie esperienze come filtro per raccontare una storia totalmente fittizia.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Certo, la persona che mi ha permesso di prendere il tempo necessario alla stesura dell’opera e che mi ha offerto l’atmosfera e la pace di cui avevo bisogno per mettere su carta i miei pensieri e ordinarli in un romanzo completo.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Questo è un segreto!
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Secondo me l’ebook ben si accosta ad un libro tradizionale; è sicuramente più pratico di un libro cartaceo ma l’odore delle pagine dei libri tradizionali non potrà mai essere sostituito da un ebook. Direi che i due si completano.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente non sono una patita di audiolibri ma trovo sia comunque un formato interessante.
 
 

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Sabato, 14 Marzo 2020 | di @BookSprint Edizioni

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