1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere vuol dire comprendermi. Scrivere è una necessità che si presenta nei momenti più bizzarri, magari quando sono al supermercato con mia madre o quando nel bel mezzo di una lezione scolastica inizio a scrivere sul banco tutti quei pensieri che mi offuscano la mente. Scrivere è la mia libertà, è il mio posto sicuro, il mio momento più intimo. Mi permette di raggiungere un livello massimo di tranquillità che altrimenti non riuscirei nemmeno ad immaginare. La mia età si basa sulla confusione, sul sentirsi fuori di sé, alle volte... quando non so come superare le mie incertezze, come perdonare i miei errori, come trovare la forza per snodare i dubbi e riuscire a vederci chiaro, io so per certo che scrivere mi salverà. L'ha fatto sempre. È un'emozione indescrivibile.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro è la mia vita. Quelle pagine sono me, in tutto e per tutto. Probabilmente è anche per questo che prendere la decisione di pubblicarlo è stata piuttosto difficile. Ho trovato il coraggio di mettermi a nudo e di permettere a chiunque legga le mie parole di sentirsi un po' me, o di sentirsi compreso da me.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
La scrittura di questo libro è stata la cosa più importante che abbia mai fatto. È stata una sfida con me stessa, un tentativo di rinascita. L'essenza di ciò che sono è presente in ogni riga del libro e per quanto mi spaventi l'idea di lasciare che chiunque possa, in qualche modo, conoscermi, resta in ogni caso la mia soddisfazione più grande.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La cosa divertente è che il titolo "Siamo mille notti lontani" è nato prima dell'idea stessa di scrivere un vero e proprio libro! All'inizio era solo una semplice frase alla quale mi ero particolarmente affezionata, poiché racchiude in poche parole dei momenti fondamentali per me. In seguito però, dopo aver preso la decisione di pubblicare il libro, è stato la mia prima ed unica scelta come titolo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Antonio Dikele Distefano, il mio scrittore preferito, porterei lui con me. Ho sempre trovato una certa famigliarità fra il suo modo di scrivere ed il mio. Le sue parole sono state un punto di riferimento quando io non riuscivo a trovare le mie, per questo gli sarò sempre grata. Noi scrittori, e con questo termine includo anche chi non ha mai pubblicato e scrive per sé, abbiamo una sensibilità diversa, cogliamo sfumature che con sguardo superficiale non possono essere notate... ed io, su un'isola deserta, avrei bisogno di qualcuno come me. Come Antonio.
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo, assolutamente. L'ebook è una grande invenzione, un passo avanti per la nostra società... ma il profumo delle pagine di un libro non lo batte nessuno.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non so rispondere con precisione a questa domanda, in realtà. 5 anni fa il mio bisogno di lasciar andare le mie ansie e le mie paure, la necessità di raccontarmi per finalmente comprendermi, fecero sì che il mio istinto prendesse in mano carta e penna e iniziasse a parlare da sé. Penso sia iniziata lì la mia carriera da "scrittrice segreta", fra le pagine dei miei diari.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea concreta di questo libro nasce in un giorno d'estate passato a raccogliere tutti i testi ai quali sono più legata e a trasformarli in "Siamo mille notti lontani". Non c'è un aneddoto vero e proprio che vorrei raccontare, in realtà ciò che ricordo meglio sono i momenti in cui, rileggendo i miei scritti passati, riuscivo a provare ancora le stesse identiche sensazioni provate durante la loro scrittura. Penso siano questi gli attimi più belli legati al mio libro... perché è solo quando le mie stesse parole mi trasmettono di nuovo quelle forti emozioni che comprendo quanta vita ci sia in quel libro. Non è solo inchiostro e carta, sono proprio io.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un'emozione che lascia a bocca aperta. Mi commuovo ogni volta al pensiero che questo obbiettivo io l'abbia davvero raggiunto. Non so spiegare quanto sia importante per me questo libro... vederlo "crescere" e diventare un'opera è soddisfacente e terrificante allo stesso tempo. Non mi sembra ancora possibile!
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ad essere onesta nessuno ha ancora letto il libro. Alcuni testi o alcune frasi li pubblicai su Instagram oppure li lessi in classe ai miei compagni e alla mia prof di italiano, ma il libro per intero non è ancora stato "rivelato al pubblico".
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente non ho mai fatto uso di audiolibri, avendo sempre preferito la versione cartacea. Nonostante ciò, credo sia un'invenzione essenziale per alcuni di noi, considerando l'avanzamento inarrestabile della tecnologia al giorno d'oggi.
Le nostre abitudini sono in continua evoluzione ed ovviamente ciò si riversa anche sulla lettura.