1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono da poco pensionato. Ho lavorato presso diverse pubbliche amministrazioni. Sono laureato in Scienze Politiche. Sono felicemente sposato, con mia moglie Anna, e con prole: Daniele e Luisa.
Vengo dalla Puglia, dalla murgia barese. Potrei definirmi, concedetemi un pizzico di presunzione o di narcisismo, il cantore della murgia, di Santeramo in Colle, mio paese natìo.
Mi è sempre piaciuto scrivere. Sono diventato scrittore scrivendo una fiaba per ragazzi e poi qualcosa di autobiografico che, per pudore, ho lasciato nel cassetto. Poi ho continuato con diverse opere che, quando mi è capitata l'occasione, ho provveduto a far pubblicare.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Un'ora o due prevalentemente della mattinata. Qualche volta un po’ di tempo del pomeriggio.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Gianrico Carofiglio.
4. Perché è nata la sua opera?
Per soddisfare un guizzo della fantasia.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Poco.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere talvolta è un modo per evadere dalla realtà e che aiuta anche in un processo di autostima. Talvolta serve a denunciare, attraverso storie avvincenti, violenze, discriminazioni, razzismo ed intolleranze.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
L'amore per la giustizia e per la verità.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No. Mi sarebbe piaciuto, ma non è così.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Questo sistema avrà il suo spazio ma io tifo svisceratamente per il cartaceo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È uno strumento complementare che aiuta la diffusione della lettura ma che, tuttavia, non può soppiantare il dio cartaceo!