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BookSprint Edizioni Blog

03 Mar
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Intervista all'autore - Marika Di Maso

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me la scrittura rappresenta la voce della mia anima.
Ho sempre avuto la sensazione di riuscire a imprimere sulla carta la voce della ME interiore che nella vita reale sembra non esistere ma che in realtà esiste ben più della ME esteriore.
Con la scrittura sono sempre riuscita ad esprimere il meglio di me, sono sempre riuscita a farmi ascoltare diversamente da ciò che mi succede nel mondo reale in cui, dinanzi a un pubblico, sembro pietrificarmi perché ho come la sensazione di non riuscire a essere capita. Non ho mai compreso se il problema fossi io o chi ho di fronte. So solo che con la scrittura non mi succede perché riesco perfettamente a far comprendere chi sono e cosa provo.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Della mia vita, nel libro, c'è molto. Alcune sfumature e pensieri appartengono a me e non esclusivamente al personaggio, così come le sensazioni scaturite dal bacio ricevuto da Narah.
In più Sole sono io nella mia esperienza rispetto al treno della memoria e i suoi resoconti finali sono gli stessi a cui ho pensato io una volta tornata dal viaggio.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera ha significato, per me, riuscire a trovare il coraggio di raccontare ciò che spesso viene omesso nei libri di storia o in tv o in articoli di giornale. Significa per me riuscire ad aprire le menti dei miei lettori e mostrargli che ciò che è successo in passato può facilmente ripetersi e che già in questo momento, nella nostra Italia, si sta ripetendo sotto alcuni punti di vista e spero che la mia opera possa dare un esito diverso a questi avvenimenti e così impedire che la storia vissuta si ripeta sotto quel livello di crudeltà inumana e immorale.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho avuto molta facilità a trovare il titolo, in realtà mi sembra quasi che sia stato lui a trovare me e non viceversa. Mi è comparso come un'illuminazione mentre rileggevo l'opera. Credo che trovare un titolo sia facile per chi scrive con l'anima, imprimendo tutto se stesso e vivendo in ciò e per ciò che scrive; diversamente accade per chi scrive con malavoglia, non credendo realmente in ciò che racconta e non vivendo in prima persona dentro se stesso ciò che racconta. Infatti la stessa cosa mi accade per i personaggi, mi appaiono in qualsiasi momento della mia quotidianità e a volte ci parlo e provo a conoscerli ancor prima di sapere cosa diventeranno sulla carta, può sembrare folle ma io vivo così ciò che scrivo e mi capita da sempre, è come avere mille amici immaginari sempre intorno a me e anche a fine stesura non li dimentico mai proprio come tutte le persone che sono entrate e uscite dalla mia vita da cui spesso prendo spunto.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Nella mia vita ho letto molto. A casa mia ho una libreria che a breve potrebbe essere paragonata a una biblioteca. A questa domanda mi risulta molto difficile rispondere perché sono particolarmente legata ad ogni libro che ho letto e ai loro autori ma se dovessi sceglierne uno in assoluto, sceglierei quello da cui tutto è iniziato quando ero ancora bambina ovvero Romeo e Giulietta di William Shakespeare e ovviamente porterei lui con me su quell'isola. Può sembrarvi banale come risposta data da una ragazza di 21 anni ma io e Shakespeare abbiamo molto in comune dalla passione per la scrittura a quella per le emozioni portate ai limiti e all'introspezione arduamente navigata; Romeo e Giulietta racchiude tra le sue pagine tutto ciò a cui ambisco e tutto ciò che vivo. La follia, le passioni, la lussuria sono rappresentate da Mercuzio; l'amore puro e angelico è rappresentato dal legame tra i due protagonisti e mentre Giulietta rispecchia la ME interiore, Romeo rappresenta la ME esteriore; tutti gli altri personaggi e l'odio delle famiglie rappresenta per me lo stato, la politica e la chiesa. Praticamente la mia vita è impressa in pagine che non ho scritto io e ho questo legame solo con William Shakespeare che è per me la mia anima gemella, la mia anima affine, un'anima irripetibile.
 
6. Ebook o cartaceo?
Preferisco il cartaceo anche se molti ambientalisti sarebbero contro questa mia affermazione. Sono assuefatta dall'odore delle pagine che spesso mi riporta all'odore che potrebbero avere i personaggi, infatti durante ogni nuova apparizione di personaggi annuso le pagine, come un segugio, alla ricerca di qualche indizio che mi potrebbe aiutare a comprenderlo meglio. Resto ammaliata quando stringo le opere tra le mie mani, mi sembra di toccare non solo i personaggi ma anche lo scrittore. La lettura su tablet, pc e cellulare mi distrae, la luce del display mi stanca e non mi godo a pieno la lettura.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai scelto o deciso di essere una scrittrice. Ho sempre avuto questo "dono", ho sempre scritto sin dalla più tenera età ed era per me una valvola di sfogo, era per me un modo per far diventare il mio mondo reale e per riviverlo nel rileggere ciò che scrivevo. La scrittura è il mio amore.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di questo libro nasce in me come un ragionamento durante una lezione di filosofia del professor Valerio Valeriano alle scuole superiori. Il soggetto della lezione era il superuomo di Nietzsche.
In seguito il libro inizia a prendere forma su un quaderno di appunti che avevo portato con me al treno della memoria. Nasce come un monologo, si sviluppa come un romanzo storico di 1200 pagine e alla fine diventa un racconto di 80 pagine volto a raggiungere ogni tipo di pubblico dal più semplice al più altolocato e che contiene in sé un messaggio che vorrei giungesse a tutti i miei lettori.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il mio lavoro prendere forma è un'emozione unica, indescrivibile e irripetibile. Non ho parole per spiegare la gioia che ho provato nel vedere la prima copia tra le mie mani e poi tra i miei scaffali vicino a “1984” di George Orwell.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona a leggere il mio libro è stato il mio amico Giacomo De Mauro (Jack) che mi ha aiutata a inquadrare meglio il discorso in quel periodo storico e a immedesimarmi nei tedeschi del tempo poiché è appassionato di storia tedesca e mi ha saputo consigliare le varie fonti a cui attingere per studiare il quadro storico del mio libro. Tra l'altro è una delle poche persone se non l'unica che comprende a pieno il mio mondo.
Il secondo ad ascoltare alcune pagine del mio libro è stato il mio migliore amico Roberto Loiacono.
E infine anche Sossio Persici, non so bene ancora che tipo di rapporto ci leghi, ma a lui è ispirata la scena del bacio tra Narah e Jack.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Secondo me l'audiolibro rappresenta la via di mezzo tra l'ebook e il cartaceo e sicuramente aiuterà molti dislessici ad avvicinarsi a questo mondo con più entusiasmo e curiosità.
 

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Martedì, 03 Marzo 2020 | di @BookSprint Edizioni

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