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BookSprint Edizioni Blog

03 Mar
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Intervista all'autore - Riccardo Migani

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Bologna è la città dove sono nato e cresciuto, e a cui sarò sempre legato. Una città piena di arte e di artisti, che mi ha sempre ispirato per le poesie che ho scritto fino ad ora.
Quando non sono a Bologna (per le vacanze estive, natalizie e pasquali) sono a Pineto, un paese sulla costa abruzzese dove abitano i miei nonni e i miei zii: se oggi ho pubblicato il mio primo libro è anche grazie a questo paese, che di notte è molto suggestivo e mi spinge sempre a pensare e, di conseguenza, a scrivere.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Il primo libro che mi è venuto in mente leggendo questa domanda è "Il giovane Holden" di Salinger. Si tratta di un libro rivoluzionario per chi lo legge, specialmente se si è ancora adolescenti: parla di un giovane ed è indirizzato ai giovani, sia per la storia che per il modo in cui è scritto.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Ognuno legge ciò che vuole nella maniera che più gli aggrada. Io personalmente trovo che leggere un libro in eBook tolga la soddisfazione di avere tra le mani un libro fatto di pagine, da vivere e da assaporare. Un libro raccoglie un'esperienza nel momento in cui lo si legge, tanto che quando si finisce si fa fatica a venderlo o, più semplicemente, a prestarlo.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è un colpo di fulmine, ma può anche diventare un amore ponderato. Se si parla di poesie, ad esempio, ci sono delle poesie che vengono scritte di getto, e delle poesie che richiedono degli anni di lavoro perché non si riesce a trovare la parola giusta.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il libro ha acquisito senso man mano che lo scrivevo, quindi non c'è stato niente che mi ha spinto a scriverlo. Credo che sia stato tutto un caso.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Quello dell'autore non è un potere supremo: è un essere umano esattamente come tanti altri. Ci sono diversi punti di vista e diverse sfaccettature da cui si può capire il senso di un libro, e nessuno può dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, nemmeno l'autore stesso. Io personalmente, più che un messaggio o una chiave di lettura, consiglierei di non fermarsi alle apparenze.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Io scrivo poesie da quando avevo 12 anni, quindi è una passione che coltivo da tanto tempo. L'idea di raccoglierle in un libro si è presentata man mano che continuavo ad aggiungerne di nuove.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
L'episodio più bello che ho vissuto mentre scrivevo il libro è stata una lezione su Giacomo Leopardi, che ho avuto in quarta superiore. Se posso prendermi la licenza poetica di dirlo, è lì che i miei pensieri si sono trasformati in poesia.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non sono mai stato sicuro di portarlo a termine. Ne ho avuto la certezza il giorno in cui ho scritto l'ultima poesia, quando ho trovato il titolo giusto.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Beh ce ne sono tanti: Eschilo, William Shakespeare, Edgar Allan Poe, John Steinbeck, Oscar Wilde ecc...
Se si parla di poeti, un poeta che mi ha sempre affascinato è Charles Baudelaire: la sua raccolta "Le fleurs du mal" penso sia la raccolta di poesie a cui sono più affezionato in assoluto.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente è un traguardo utilissimo per tutti, specialmente se si tratta di poesia. Ascoltare la voce di una persona mentre legge è sempre un'immersione nei sentimenti più remoti dell'animo. Se a leggere fosse una persona in carne ed ossa, ovviamente sarebbe la cosa migliore.

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Martedì, 03 Marzo 2020 | di @BookSprint Edizioni

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