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21 Gen
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Intervista all'autore - Giuliano Gentile

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Inizialmente è nato tutto come uno sfogo: ho rovesciato su un quadernino nero tutto il malumore e i pensieri sotto forma di disegni e considerazioni. Non esisteva la punteggiatura e tutto risultava icastico; in un secondo momento, per conoscermi ho riletto e aggiunto cose mancanti. Quando scrivo compio un passo più in fondo e ciò che provo facendolo è simile alla libertà: riesco a dare un volto e un nome a quello che non conosco.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
I racconti sono influenzati da fatti e pensieri che giornalmente vivo. Molte delle parole e dei concetti espressi sono frutto delle riflessioni e delle lamentele che i clienti, sul lavoro, mi muovono: da questi fatti nascono le mie valutazioni e rifrazioni. Sono affascinato dalla comunicazione e da tutto quello che apparentemente non ha senso: un sorriso, un posto vuoto in metropolitana o i pensieri durante un viaggio. Il passato e le esperienze hanno poi condito il tutto.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho semplicemente chiuso delle porte molto grosse e fatto spazio per la mia rinascita.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
"Limitless and free" è stato da sempre il motto di vita per me. Ho notato che col passare del tempo e dei fatti di vita, aveva perso valore riducendosi ad una semplice frase delle tante. Il titolo è pertanto la mia celebrazione del puro significato: restituendo a quelle tre parole il valore ed il significato primordiale
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Mi piacerebbe portare con me "Uto” di De Carlo, “Zio Cardellino” di De Crescenzo ed i versi della Dickinson e della Merini: questi non dovrebbero mancare ma, troverei spazio per i classici che non abbandono mai.
 
6. Ebook o cartaceo?
Sicuramente cartaceo. Amo il gusto erotico di sfogliare le pagine, il rumore non è sostituibile. Prendo sempre appunti e sottolineo i pezzi salienti per me, ogni libro diventa una lavagna su cui annotare i pensieri. L'ebook, a mio avviso, è un po' troppo impersonale.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
In realtà non ci ho mai pensato. Questo scritto è il risultato di un profondo dolore che ho provato, tutto ciò che mi attraversa mi lascia un segno indelebile paragonabile al nero dell'inchiostro sul foglio. Da piccolo pensai "chissà se un giorno avrò un libro mio per le mani" senza mai davvero lavorarci o sperarci e poi, qualche anno dopo, è nato questo primo passo.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nasce guardando un finestrone che si trova alla destra della mia postazione di lavoro. Da lì osservo la vita degli altri che scorre e che pensano passi inosservata: germoglia tutto da ciò che vedo con gli occhi e provo con il cuore passando attraverso le ombre dei momenti bui e le rinascite del mattino dopo.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Non ho ancora realmente realizzato. So soltanto che da quel giorno non ho mai smesso di creare altri versi che raccolgo per il futuro. Sono ancora incredulo e realizzerò più avanti.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Le persone sono tre: Sara che raccoglie e legge spingendomi a continuare e coprendomi di sorrisi, Maria e la famiglia che sono presenti in ogni riga e mi danno pacche sulle spalle ricordandomi il sangue che mi scorre dentro e Monia che mi consiglia con i suoi silenzi e che balla su quelle parole
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono rimasto scioccato dall'idea! Credo sia uno strumento azzeccato per far giungere a tutti i contenuti ed i pensieri. Penso che doni vista e compagnia a chi non ha modo di leggere ma, il pensiero che non avevo mai fatto prima è la possibilità di ascoltarlo durante un viaggio, quando le mani e gli occhi sono occupate a guidare.
 
 
 

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