1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono europeo sino al midollo, bizantino da parte paterna, franco e normanno da parte materna. Nato a Scicli (Ragusa) e volato ancora in fasce nel Nord-Est d'Italia dove mio Padre, Maresciallo Maggiore Aiutante di battaglia, svolgeva servizio in forza alla Nato-Otan contro il "Patto di Varsavia" e in organico al "Genio Pionieri", è stato tra i fondatori negli anni '70 con l'On. Ministro Zamberletti dell'odierna "Protezione Civile".
Mia Madre ha svolto la funzione di segretaria presso un'agenzia d'assicurazioni sempre nel Nord-Est d'Italia. Scuole dell'obbligo e IV e V Ginnasio ancora nel Nord-Est, ultimi tre anni del liceo classico a Modica, poi studi filosofici a Catania, Operazione "Vespri siciliani" in forza al "Genio Guastatori Aosta" ottobre 1992/1993 e voli e lunghi soggiorni formativi da dandy a Roma, Milano, Parigi, Londra e Dublino. Nel 2002 ritorno a Modica (Ragusa) dove vengo iscritto due anni dopo all'Albo dei Giornalisti-pubblicisti. Oggi, a causa di mafie istituzionali, burocratiche e clientelari modicane, che hanno cercato anche di uccidermi, dopo un ulteriore breve soggiorno londinese, vivo a Ragusa.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Trovo i libri interessanti non solo per la lettura, anche in quanto creazioni cartacee, si tratta di piccole, medie o grandi opere nel senso "fisico" ed estetico. I libri cartacei dovrebbero rimanere i pilastri della cultura. Detto questo non sono contrario agli eBook, ma più freddo e distaccato verso di loro, la tecnologia non si può fermare ma controllare, ordinare e regolamentare.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
È un colpo di fulmine al quale, se si sopravvive, necessita della ponderazione. L'amore, per quanto mi riguarda, non è necessario.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Scrivere è diventato ormai da anni quasi "necessario". La "finzione" non è "falsità".
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Una volta giunti sulle "vette" culturali ed esistenziali non scendere più a valle o in pianura. Rifiutare la volgarità, l'individualismo e il collettivismo. "No" per sempre a pecore matte, cani sciolti, iene e sciacalli. Libertà assoluta e senza condizioni, ma con la "L" maiuscola.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Non un sogno, ma una presa di coscienza già a partire dall'infanzia e realizzata poi già in adolescenza.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
No.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No.
10. Il suo autore del passato preferito?
Più di uno: Stephane Mallarmè, Paul Valéry, Pierre Drieu La Rochelle, A. Breton, Gabriele D'Annunzio, Arturo Onofri, Tommaso Landolfi, T. S. Eliot, Ezra Pound, W. B. Yeats, S. George, Ernst Junger, R. M. Rilke. Ho letto molti autori simbolisti italiani, francesi, inglesi e tedeschi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È uno degli accessori del libro cartaceo.