1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è per me l’azione più gradita e sempre fonte di crescente sicurezza e tranquillità. Infatti a mano a mano che procedo nell’elaborazione del pensiero o del personaggio, che mi ha acceso la fantasia, sento crescere dentro di me l’emozione di fare una cosa nuova, di incamminarmi in un sentiero sempre più interessante in una luce sempre più limpida e invitante, che mi spinge ad essere semplicemente vero e del tutto sincero.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nato in una famiglia di agricoltori, ho studiato al liceo classico, quindi, conseguita la laurea in ingegneria nucleare, ho percorso la carriera accademica nella Facoltà di Ingegneria di Bologna fino a diventare professore ordinario di Impianti industriali e Preside (dal 1995 al 2001). In tutto questo percorso di vita ho sempre riscontrato l’importanza, che hanno nei rapporti umani, la giustizia, la sincerità e la trasparenza, l’altruismo e lo spirito di collaborazione. Ebbene, in questo libro ho evidenziato le frasi di Gesù di Nazaret che già 2000 anni fa ci ha indicato con straordinaria sapienza queste ed altre importanti virtù collegate.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho voluto contribuire a riportare l’attenzione di tutte le persone animate da un sincero approccio culturale, compresi gli atei e gli agnostici, su Gesù di Nazaret, un giovane uomo, figlio di falegname, cresciuto nella realtà periferica della Galilea di 2000 anni fa e privo di studi significativi, che all’età di 30 anni ha iniziato a predicare insegnamenti del tutto innovativi di livello infinitamente superiore non solo a quelli dei filosofi e dei saggi di allora ma anche a quelli dei tempi successivi fino ai nostri giorni. È ora di chiedersi se egli davvero sia stato solo figlio dell’uomo o non anche Figlio di Dio, come da lui affermato e per questo condotto a morte.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata semplice, perché lo stesso Gesù il più delle volte nei Vangeli si proclama “figlio dell’uomo”. Nessuno nega che Gesù di Nazaret sia figlio dell’uomo: nessuno infatti può negare la sua realtà storica. Ma questo è solo il punto di partenza: Gesù ha dimostrato nella sua vita, quale riportata nei Vangeli, una umanità piena e a tutto tondo ma contemporaneamente ha proposto una dottrina del tutto innovativa di sapienza infinitamente superiore a quella umana che può provenire solo da una sorgente divina. Egli dunque è Figlio di Dio e si è umiliato a divenire figlio dell’uomo per attrarre gli uomini all’amore di Dio e salvarli.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Vorrei avere con me il Vangelo di Giovanni e, se possibile, anche lo stesso Evangelista. Non credo esista al mondo un libro con un incipit più efficace e sintetico: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Il Verbo è Gesù, che diventa figlio dell’uomo scendendo sulla terra, ma egli esisteva fin dal principio presso Dio anzi egli era Dio. Il Vangelo di Giovanni brilla per verità, chiarezza dottrinale, sapienza narrativa e poesia. La presenza di Giovanni mi permetterebbe di chiedergli quanto fatto da Gesù e non riportato nel suo Vangelo che “se venisse scritto non basterebbe il mondo per contenere i libri da scrivere”.
6. Ebook o cartaceo?
Il libro cartaceo si presta a una lettura in solitudine. Il lettore decide di prendere il libro dalla biblioteca di casa o da quella pubblica e si mette in una posizione riparata a leggere. A fine lettura ripone il libro in un posto sicuro dove ritrovarlo. Con l’e-book il lettore può scaricare il testo del libro su un dispositivo (computer portatile, palmare, tablet) che porta sempre con sé, da cui può recuperare il testo e leggerlo in qualunque momento favorevole o gradito. Chiudendo il file, l’e-book rimane nella memoria del dispositivo e può essere riaperto in qualunque momento. Caricando sul dispositivo gli e-book preferiti, lo stesso diventa una biblioteca digitale.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Al Liceo classico la mia materia preferita era italiano e nei temi le mie capacità si dispiegavano al massimo. I miei professori del liceo mi hanno suggerito di scegliere come Facoltà universitaria Lettere e Filosofia e poi intraprendere la carriera di scrittore o giornalista. Io ho deciso per ingegneria perché desideravo immergermi nella vita attiva mantenendo però sempre viva l’intenzione di dedicarmi in parallelo all’attività di scrittore proprio traendo ispirazione anche dalla vita vera. Ho partecipato a qualche premio letterario ricevendo alcuni riconoscimenti. Il primo libro (Campo di canapa ed altri racconti) mi è stato pubblicato nel 2004.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di questo libro nasce dagli anni di vita accademica trascorsi a fianco di persone colte, spesso atee o agnostiche, nella speranza di indurle a misurarsi culturalmente con i Vangeli, per meglio conoscere, capire e accogliere questo Gesù di Nazaret, che ha lasciato insegnamenti che brillano perfetti al di sopra di ogni etica umana. A un collega umanista, che magnificava i valori della cultura latina, ho chiesto come mai il patrizio romano, coevo di Gesù, riteneva scontata la schiavitù mentre il figlio di falegname, Gesù, incolto e cresciuto nella periferica Galilea, già indicava che tutti gli uomini sono eguali. Non ha saputo rispondere.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Si prova una duplice sensazione. Da un lato cresce via via la consapevolezza, che quanto scritto ha valore, è consistente e risponde a quanto si intende esprimere. Dall’altro aumenta la preoccupazione di completare nel modo più adeguato il lavoro fatto fino a quel momento in modo da ottenere un’opera compiuta da tradurre in un libro che rappresenti un valore di reale e concreto interesse per qualunque lettore.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Questa volta non ci sono persone a cui io abbia dato in lettura il libro. Il motivo è che non ho voluto subire influssi né dagli amici agnostici, per i quali Gesù è solo un personaggio storico, uomo figlio di uomo, profeta fallito crocifisso e morto duemila anni fa, né dagli amici credenti per i quali Gesù è la figura ieratica di Figlio di Dio venerata dalla Chiesa nei secoli, quasi disincarnata dalla sua vicenda di uomo venuto in terra per salvare con il suo sacrificio tutti gli uomini. Gesù è morto invece da vero uomo con la morte più dolorosa per quei tempi (la crocifissione) ma ha predicato la verità ultima e suprema perché Figlio di Dio.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro rappresenta un felice ritorno all’uso antico di allietare la serata degli ospiti alla corte dei re con storie narrate dalla viva voce di un narratore detto aedo o rapsodo. L’aedo Demodoco che alla corte di Alcinoo, re dei Feaci, presente il naufrago Ulisse, canta la caduta di Troia (Odissea VIII), e le novelle del Boccaccio narrate a turno dai membri di una compagnia nell’arco di 10 giornate (Decamerone) sono esempi di quanto detto. L’audiolibro avrà certamente molta diffusione e sarà, soprattutto per i ciechi e gli ipovedenti, un modo di gustare la letteratura anche più intenso e diretto di quello normale tramite lettura.