1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è come vivere una vita parallela, provando emozioni sempre diverse per ogni personaggio o situazione che racconto.
C'è una parte razionale di me che segue attentamente il filo della narrazione e fa riferimenti all'attualità, ma contemporaneamente interviene un'altra me che scrive esaltandosi come se i personaggi guidassero la sua penna.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Quasi niente è presente della mia vita reale, lo definirei infatti un racconto onirico, anche se i personaggi sono il risultato di incontri reali, letterari, filtrati dalla mia fantasia e dal bisogno di sognare; il romanzo riflette comunque la mia parte oscura, ma anche i miei ideali di giustizia, libertà, affetti e dignità.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Posso definirla un'esperienza coinvolgente: è stato fantastico avere la possibilità di far conoscere ad altre persone ciò che narro nel mio romanzo e soprattutto condividere con altri la conoscenza di un personaggio che per me è quasi reale e tangibile seppur misterioso.
Devo dire che man mano che andavo avanti nella stesura le situazioni e le soluzioni, i personaggi e le loro vicende si presentavano senza sforzo nella mia mente in un fluire di idee scorrevole ed emozionante
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Vista la centralità del protagonista non è stato difficile, ma ho dovuto riflettere su quale aspetto focalizzare maggiormente l'attenzione, infine ho scelto l'aspetto magico che mi sembrava più evocativo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
William Shakespeare, perché parla di sentimenti universali sempre attuali.
Egli sa cogliere ogni sfumatura dell'animo umano sia nella commedia che nella tragedia, nelle sue opere si piange e si ride e ci si trova nel grottesco proprio come succede nella vita reale.
6. Ebook o cartaceo?
Entrambe, anche se adoro sfogliare un libro nuovo e coglierne il profumo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho deciso di raccontare la storia del protagonista del mio romanzo, perché spesso bussava alla mia mente, lo vedevo e lo sentivo come fosse vero. Poi Yuri si è materializzato nella scrittura, infatti una decina di anni fa, è nata la forte esigenza di scriverne le avventure, in un primo tempo sotto forma di testo teatrale, in seguito, visto che la forma teatrale non mi sembrava abbastanza idonea per descrivere tutti i passaggi della storia, ho preferito riscriverla sotto forma di romanzo. Dal progetto di scrittura è nato quello di diventare scrittrice.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Una mattina io ed una mia amica non eravamo andate a scuola e nel girovagare vedemmo il tendone di un piccolo circo. C'erano solo poche persone, ma, quasi per caso, mentre andavamo via, sotto la luce dentro il tendone, notammo un giovane acrobata malinconico che si struccava e parlava con il suo cane: era bellissimo. Quando la sera tornammo per assistere allo spettacolo il circo era scomparso.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
All'inizio non ci si crede; fa un po' paura, ma dopo si è completamente emozionati ed entusiasti. Ci si pone tante domande soprattutto su come reagiranno i lettori nell'incontrare il protagonista nato dalla nostra mente.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia nipote Isabella: abbiamo gli stessi gusti e le stesse passioni in comune oltre ad un'intesa speciale.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È senz'altro una bella conquista, io ho lavorato in un centro diurno per non vedenti e conosco bene la loro splendida sensibile curiosità.