1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato 60 anni fa in Argentina, a Buenos Aires. Unico maschio dopo 4 femmine, rigorosamente di famiglia italiana, all’età di 4 anni, insieme a due sorelle e mia madre siamo rientrati in Italia. Mia madre, una donna caparbia e innamorata dei suoi figli, non si è certo risparmiata per mantenerci. Mi sono diplomato al Cine Tv, ora conosciuto come Roberto Rossellini, una scuola interamente dedicata al mondo del cinema e della televisione. Una vita, la mia, fortunatamente vissuta, dal punto di vista lavorativo, sempre lavorando nel cinema e la tv, con una splendida esperienza con Mediaset, dove ho potuto conoscere tante valide persone.
Esattamente come dico nel libro, correva l'anno di grazia 2006 e ho provato a scrivere un libro, un noir, frutto dell'ispirazione avuta da un fatto di cronaca. Ho fatto leggere questo libro a giornalisti con i quali lavoravo, chiedendo di essere spietati nei loro giudizi. Ne ho avuto, oltre a consigli che ho messo a frutto, una valida critica. E da quel lomento ho trovato nella scrittura uno splendido hobby.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Una giornata distribuita tra vari impegni la mia. Ed è proprio la sera, per meglio dire la notte, quando tutti dormono, che si sveglia lo spirito di scrittore che alberga in me. Spesso basta una cuffia, musica quasi sempre dei Pink Floyd, e mi isolo completamente, nel fermare su un documento di word, idee, pensieri, racconti.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Isaac Asimov.
4. Perché è nata la sua opera?
“3000 anni di silenzio” nasce da esperienze dirette sul campo, dalla passione per il mito di Enea, per la mia golosità di conoscere e vivere l'archeologia. Effettuando riprese sui luoghi in cui il libro è ambientato, venendo a conoscere la storia che lo avvolgeva, mi è venuto spontaneo credere in una second life di Enea e perché no... inventarla e raccontarla.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Amante della lingua italiana, romano da sempre, ritengo che esistano modi e modi di potersi esprimere. Quando ero sicuramente più giovane ho lavorato nel mondo del doppiaggio, invidiando il modo di parlare perfetto dei doppiatori. Mi piaceva non avere inflessioni dialettali ed ho scelto di provare a cambiare il mio modo di parlare. Difficoltoso all'inizio, da molto tempo è diventato parte di me.
Negli anni della scuola ero il classico studente forte in Italiano e materie umanistiche e... una tragedia in matematica. Mi è sempre piaciuto scrivere, appuntando spesso pensieri ed idee. Con il passare del tempo e con la maturità, sono stato sfiorato più volte dalla voglia di scrivere libri. Ora ho iniziato. Vediamo cosa accade.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è scaricare la tensione, trovare una fase di tranquillità estrema, isolarsi dal mondo e fare i conti con me stesso. Ho numerosi amici ma non disdegno di passare molto tempo da solo. Non temo la solitudine e, soprattutto, devo avere accanto solo persone che amo e... positive.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In “3000 anni di silenzio”, c’è esattamente quello che sono e quello che faccio. Una istantanea di me stesso esportata in un libro, apportando quelle note necessarie che, ovviamente non sono reali ma servono a dare un corpo ed una identità al libro.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Come dicevo, scrivere per me è un po' come isolarmi dal mondo per restare con me stesso. Quando ho scritto il mio primo tentativo di libro, l'ho fatto leggere ad alcune persone, amici, che hanno pubblicato molti libri e comunque persone di cultura.
Mi hanno esortato a continuare, vedendo in me caratteristiche idonee al "mestiere" di scrittore.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima volta lo feci leggere ad un caro amico, oggi scomparso, grande giornalista di Mediaset, con il quale ho condiviso 25 anni di lavoro ed amicizia. Fu lui a spingermi a proseguire, cercando di darmi consigli su come svilupparlo ed arricchirlo.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
La digitalizzazione, il poco tempo, la tecnologia, la comodità sono tutti elementi che portano a far prediligere l'ebook. Lo acquisti, lo scarichi, lo leggi. Non devi ordinarlo online o cercarlo in libreria. Certo che sfogliare un libro e sentire l'odore della carta e della stampa è davvero tutta un'altra cosa.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sempre in merito di evoluzioni e di comodità è indiscusso che l'audio libro possa permettere di godere di un racconto e magari portare qualche pigro a "leggere". Ma, ripeto, trovo insostituibile sfogliare le pagine di carta e fare un'orecchia alla pagine tra una pausa e l'altra. Ovviamente complice anche la mia età e la mia formazione ma... rispetto al classico, il futuro può essere sicuramente più comodo... non migliore.