1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non sono mai stato bravo a parlare, e molte volte mi sono sentito dire che sono più bravo a scrivere che a parlare. La scrittura è esternare emozioni, dietro ad ogni singola parola, può aprirsi un mondo, e quel mondo è pieno di storia, di cultura, di umorismo. È un mondo fatto di tutto.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il personaggio principale, Lucas, ha molti tratti caratteriali uguali ai miei. Impacciato, spaventato e amante della sua famiglia. Crea un film mentale per ogni situazione che deve affrontare, bella o brutta che sia. Direi però che Lucas è migliore di me sotto alcuni aspetti e peggiore in altri. Ma in teoria, sì, direi che Lucas McLaren sono io.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Da un po’ di tempo a questa parte, questo libro ha significato tanto per me. Le avventure, le amicizie, le cose che vorrei avere. Questo libro significa descrivere un po’ di me stesso in modo più creativo ed interessante.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del libro è stata molto combattuta. “Il difficile gioco della vita” è infatti dovuto al fatto che questo libro è iniziato per gioco, scherzando su come potrebbe essere la mia vita se mi fosse capitato ciò che è capitato ai personaggi principali. Descrivere il gioco della vita come “difficile” era scontato, la vita non è mai semplice, ma è un gioco che vale la pena giocare.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ovviamente porterei i libri di Harry Potter. O la loro autrice “J.K. Rowling” per via del fatto che è riuscita ad appassionare ed unite milioni di lettori in tutto il mondo, e per questo, gode della mia stima.
6. Ebook o cartaceo?
L’ebook è un modo comodo per leggere i libri se siamo abituati al display di un telefono o di un computer. Ma senza dubbio, avere un libro tra le mani, toccare ed odorare le pagine mentre le si sfoglia, è ineguagliabile.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Scrivere è sempre stato un modo per me, di sfogarmi, e di scrivere ciò che penso. Non avevo mai pensato di diventare uno scrittore, e ancora non mi definisco tale, ma appena ho visto che BookSprint mi dava la possibilità, ho colto la palla al balzo, e grazie a loro, ho avuto la speranza di farcela.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Sono sempre stato legato molto a mio fratello minore Francesco e a mia cugina Annamaria, con i quali, una domenica di Pasqua di diversi anni fa, mia cugina espose tutti i suoi giocattoli in terra, e io, pensando stesse facendo un negozio, le chiesi di poter “lavorare” per lei. Arrivò poi mio fratello, interpretando la parte del marito Carlo. Da quel giorno, è iniziata una storia che non è ancora finita, e che adesso si può sfogliare tra le pagine di un libro, il mio libro.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una sensazione che non mi sarei mai aspettato di provare, quella soddisfazione mista ad euforia, è un qualcosa di inimmaginabile e fantastico. Un sogno che diventa realtà, non ho in mente nulla che possa descrivere meglio questo momento.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
È stata mia madre Anna, che ha sempre creduto in me e nel mio lavoro. Lo stesso vale per mio fratello Francesco. Mio padre Pasquale, ha invece deciso di attendere la pubblicazione cartacea per leggerlo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro è sicuramente qualcosa di molto bello. Ti permette di inabissarti nell’era parole, nelle emozioni e nelle sfumature di un libro, e direi che insieme al libro cartaceo, sono due modi di leggere veramente stupendi ed “originali”.