1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono Raffaella, ho 50 anni, moglie e madre di 5 figli e nonna di 3 nipotini stupendi. Orgogliosa e soddisfatta di tutto quello che il buon Dio mi ha donato. Abito a Crotone in Calabria, città stupenda circondata dal mare, ho un’unione profonda con esso. Certamente questa unione è dettata all'appartenenza territoriale; ma vi è questa forte unione fra di noi perché come il mare, tema centrale di molte mie poesie, è spontaneo, naturale, burrascoso, incontrollabile.. ma è anche solitudine. Non ho deciso di diventare scrittrice, lo scrivere è innato in me.
Sin da bambina possedevo un mio diario personale e lì descrivevo le mie giornate, i miei silenzi, le mie lacrime, le mie gioie. Era per me una sorta di confessione con me stessa. Mia madre si adirava sempre poiché scrivevo sempre i miei pensieri sui muri. Ma quando in un periodo la vita mi ha messo a dura prova con la "malattia del secolo", chiusa in una camera di ospedale dentro l'anima c'era la gran paura di non farcela. Iniziai così a dipingere il mio quaderno con le mie giornate, le mie paure, i miei perché fino a riempirlo per poi alla fine condividerlo con chi mi circondava.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un orario ben preciso, riesco a scrivere in tabaccheria tra un cliente e l'altro. Anche una canzone può far nascere in me pensieri dediti in seguito alla scrittura. Devo ammettere che, però, mi piace scrivere di notte poiché mi innamoro del suo silenzio.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Amo la poesia, amo il romanticismo, amo la passione e spesso mi sono immersa nel magico mondo poetico di Alda Merini, Pablo Neruda, Charles Bukowski, Luigi Pirandello. Ma anche tanti altri nuovi talenti che ho iniziato a seguire.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per caso, l'ho "partorita" in un letto d'ospedale e l'ho continuata a casa. Inizialmente era un diario, avendo paura di morire volevo lasciare ai miei figli qualcosa di profondo in ognuno di loro. Quindi un mattino decisi di andare in una tipografia per effettuare 10 copie da poter regalare in famiglia. Appena il ragazzo della tipografia lesse alcune delle mie poesie-pensieri mi chiamò e mi fece molti complimenti. Io rimasi senza parole, allo stesso tempo lusingata e dal quel giorno pensai di presentarlo alla casa editrice e si rivelò un successo.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Come detto precedentemente ciò che più mi ha influito è il mare della mia terra, ovvero il posto in cui ho sempre vissuto. Ciò che ha influito nella mia terra è anche l'alto tasso di tumori che ogni giorno colpiscono i miei concittadini; io sono stata fortunata ad essere ancora viva e ciò mi ha spinto a raccontare quello che ho vissuto sulla mia pelle ma raccontato da un punto di vista molto emotivo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Diciamo entrambi.. A volte evado dalla realtà e mi inondo nella fantasia, nella passione quasi nascosta e desiderata. Ma in molte delle mie opere si racchiudono molti "pezzi" della mia vita, della realtà che vivo ogni dì... Una sorta di autobiografia emotiva.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Come scritto nella precedente domanda all'interno dell'opera c'è molto della mia vita e del mio vissuto.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Fondamentalmente è nato tutto da me, ma devo ringraziare il ragazzo della tipografia che mi ha fatto da subito credere in me stessa.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Dopo di me ho fatto leggere il mio libro a tutti quelli che erano presenti alla presentazione e proprio lì tra i partecipanti vi era la moglie del sindaco che si commosse nella lettura di alcune poesie.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso proprio di sì, però personalmente preferisco il cartaceo poiché trasmette ciò che sin dall'antichità ha permesso lo sviluppo culturale di tutte le popolazioni.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Stiamo andando sempre più avanti, ci stiamo evolvendo e non nego che l'audiolibro mi affascina, soprattutto quando chi legge sa interpretare bene il contenuto.