1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato ad Alberobello in provincia di Bari e lì sono cresciuto fino all’età di cinquant’anni.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
“Il piccolo principe”.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Personalmente sono legato al formato cartaceo perché mi piace sentire l’odore della carta ed avere tra le mani il libro come fosse un oggetto da custodire gelosamente.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Diciamo uno e l’altro perché da ragazzo la curiosità mi spingeva a fare continue domande a chiunque e poi annotavo su un quadernetto le mie riflessioni, poi sviluppavo il tutto con la personale fantasia ricavandone brevi racconti. In età adulta ho deciso di cimentarmi in romanzi con il desiderio di vederli pubblicati.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il desiderio irrefrenabile di descrivere il dolore e le speranze dell’uomo in condizioni di assoluta solitudine ma che non si arrende a sperare nonché le motivazioni interiori dei personaggi.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Un unico messaggio ‘non arrendersi mai’.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Non saprei precisamente quando ho deciso di impegnarmi con più dedizione alla scrittura ma ritengo che è stato da sempre il mio sogno nel cassetto.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì, credo quando dovevo trovare risposte ai personali sogni e in quel periodo ho immaginato cosa sarebbe successo se gli avvenimenti si fossero svolti diversamente. Mi sono dedicato alla stesura del romanzo finché non l’ho terminato.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Molte volte ma la mia testardaggine ha avuto il sopravvento.
10. Il suo autore del passato preferito?
Diciamo Luigi Pirandello come primo della lista.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audi0visivo?
Penso sia molto positivo perché in tale maniera può estendersi la platea di chi può usufruire della letteratura ed aiutare i pigroni.