1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
La mia vita è sempre stata un po' particolare, mi sono spostato spesso per diversi motivi, alcune volte anche per piacere personale. Sono nato a Salerno città bellissima, che porto sempre nel cuore, attualmente vivo a Genova e sono riuscito a fare in modo che la mia passione sia diventata anche il mio lavoro: lavoro nell'ambito della sicurezza, un lavoro per certi aspetti molto complicato ma anche molto soddisfacente. Ho scelto di diventare scrittore perché partendo dal presupposto che verba volant scripta manent, mi piace l'idea di diffondere un pensiero positivo e di far aprire gli occhi a coloro che hanno smesso di credere in alcune cose come ad esempio l'amore.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Per vari motivi ho sempre scritto di notte, anche un po' per comodità. Durante la notte i pensieri sono più intensi, sono più sinceri, spesso molti di notte dicono che il cervello non gli permette di dormire, io ho semplicemente girato questa cosa a mio favore, scrivendo quei pensieri e trasformandoli in un libro.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho mai avuto un autore preferito perché ogni autore ha un insieme di pensieri che accetto e altri che rifiuto, potrei rispondere a questa domanda dicendo tutti e nessuno, se dovessi esprimere un pensiero per quanto riguarda il passato potrei dire Eduardo De Filippo, ma anche lo stesso Antonio De Curtis.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per diffondere un pensiero e per far capire alle persone che c'è ancora chi ha degli ideali, ci sono ancora persone che credono nell'amore e nei suoi principi. Molte persone purtroppo hanno smesso di crederci per via di ferite dovute al passato e questo libro serve come dimostrazione che non bisogna mollare e non bisogna mai smettere di credere nell'amore solo perché il passato ci ha cambiato la vita.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Beh il contesto sociale penso che sia forse proprio il motivo per cui ho scritto questo libro.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La scrittura è passione, ogni autore scrive ciò che crede sia un suo desiderio o un suo pensiero; scrivere può aiutare a evadere dalla realtà ma allo stesso tempo scrivere la realtà magari può essere utile per fare una denuncia sociale. Tutto dipende da ciò che l'autore intende fare con la sua opera.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Il libro è un aiuto quindi diciamo che dopo uno studio sociale ho espresso semplicemente un mio pensiero, vedendo alcune cose e sentendo altri che si lamentavano di queste cose spesso mi sono chiesto come mai il mio pensiero coincideva con tutte queste lamentele, quindi non saprei effettivamente dare una risposta.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No perché comunque essendo una serie di pensieri e di idee non ci sono persone specifiche.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno perché spesso permettiamo ad altri di farci influenzare dai loro pensieri e credo che magari il libro non sarebbe stato lo stesso.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Certo, negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da giganti, ma credo che le persone che amano la lettura preferiranno sempre un libro cartaceo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Rappresenta una comodità per tutti coloro che magari sono sempre in macchina o spesso in viaggio e non hanno tempo o spazio per fermarsi a leggere un libro.