1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è una via di mezzo tra la necessità di scaricare le fantasie che mi frullano in testa e il desiderio di comunicare la mia visione di vita ai lettori.
É stupendo poter creare situazioni, manipolare personaggi, immettere il tutto in un fiume che scorre verso la fine, che non è propriamente una fine, ma che si trasforma in un mare da cui i lettori possono a loro volta pescare emozioni del genere desiderato.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Qualcosa che si avvicina molto al 100 per cento. Mi spiego meglio. Questo libro è indirizzato ai ragazzini sopra gli otto anni, il mio target preferito. Questo libro presenta contenuti animalisti e vegani e io sono zoofila e vegana. Quindi ho trasferito le mie più radicate convinzioni nei racconti di "Fiabe a modo mio" che rappresentano perfettamente ciò che provo nei confronti dello sfruttamento dei più deboli.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Come quasi tutte le opere che ho scritto, questa comunica ai lettori le convinzioni più profonde del mio animo.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è nato ancora prima del libro e non ho avuto alcuna difficoltà a sceglierlo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Non me ne basterebbe uno solo! Io adoro Italo Calvino (da giovane gli preferivo Cesare Pavese che, tuttavia, al termine della lettura, mi suscitava una profonda tristezza in cuore).
Quindi mi porterei dei libri di Calvino e, per parlare di scrittori moderni, di Stefano Benni e Daniel Pennac.
6. Ebook o cartaceo?
Io adoro il cartaceo su cui si può scarabocchiare un pensiero, sottolineare un concetto o altro, ma sono convinta che il futuro sia l'ebook. Anche perché forse è uno dei modi più semplici per far leggere i ragazzi.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Fin da bambina (la prima poesia a nove anni!) ho amato scrivere i miei pensieri, poesie di fate e folletti, racconti fantastici e... un diario. La vita adulta, con il lavoro e la famiglia, ha rallentato un po' la mia attività, pur senza arrestarla. Ora che i miei impegni sono diminuiti, mi sono dedicata per intero alla scrittura.
Il motivo credo sia dovuto al fatto che non so stare senza scrivere, soprattutto quando incontro situazioni che stimolano la mia creatività.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Un giorno una cara amica mi propose di riscrivere la fiaba di Cappuccetto Rosso con un rovesciamento di ruoli: il lupo buono e il cacciatore cattivo. Sappiamo tutti quanto sia difficile la vita dei lupi nel nostro Paese, e così accettai di buon grado, estendendo poi lo stesso schema anche ad altre fiabe.
Un aneddoto: Un giorno, dopo aver raccontato al figlio di un'amica che avevo riscritto La Bella Addormentata intitolandola Il Risveglio del Principe, lui ci pensò un po' e poi mi chiese: "Ma sei sicura che sia giusto far baciare il principe addormentato dalla principessa?" Quando poi gli spiegai che era pur sempre la principessa ad essere addormentata e che il risveglio del principe era solo mentale, sospirò: "Ah, ecco!"
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un'immena soddisfazione, la speranza che il lavoro sia apprezzato da numerosi lettori, la gioia di diffondere le proprie idee e la convinzione di aver fatto la scelta editoriale giusta.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho un'amica, insegnate di scuola primaria, alla quale ho fatto leggere alcune fiabe e che mi ha dato dei validi suggerimenti. Ma di norma non faccio mai leggere l'intero libro a qualcuno in particolare: io sono l'unica lettrice di me stessa finché il libro non viene pubblicato.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia stupendo, soprattutto per persone in difficoltà o molto impegnate. Qualcuno che legge con l'intonazione giusta, valorizza anche testi di discutibile valore artistico.