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07 Ago
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Intervista all'autore - Luigi Antonio Rotella

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono calabrese e vivo a Gimigliano, un piccolo paese di montagna in provincia di Catanzaro.
Sono un grande appassionato di musica rock, viaggi e trekking culturale. In particolare:  per quanto riguarda la musica ho lavorato, in passato, per una piccola radio locale e questa passione mi ha portato ad assistere, in tutt’Italia, a concerti rock di grandi musicisti (fra i quali Bruce Springsteen, U2, The Cure, REM, ecc.). Mi piace viaggiare (quando posso) per conoscere realtà molto distanti non solo geograficamente ma anche dal punto di vista socio-culturale; mi piace molto camminare nei boschi per trovare equilibrio mentale e, nello stesso tempo, scoprire/vedere siti ricchi di avvenimenti del passato.
Scopro la passione della scrittura agli inizi del 2000 circa. É stata quasi una cosa improvvisa e inaspettata, scaturita da un momento particolare della mia vita e dalla necessità di “liberare” e condividere le mie personali emozioni, probabilmente simili a quelle di tante altre persone.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
É un qualcosa non programmabile. L’ispirazione bussa improvvisamente dopo settimane, mesi di assenza totale. In genere, comunque, nel tempo libero come la sera o nei freddi e piovosi week end invernali.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito, in particolare, mi piacciono Camilleri, Saviano, James Redfield, ecc.
 
4. Perché è nata la sua opera?
L’opera è nata sicuramente dopo aver percorso centinaia di chilometri del “Cammino di Santiago di Compostela”, una specie di trekking spirituale e culturale, che mi ha molto arricchito interiormente e mi ha permesso di interagire con la bellezza dei paesaggi e di luoghi ricchi di storia anche del mio territorio.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Credo che ogni contesto sociale, in modo diverso, aiuti l’autore a formarsi e crescere culturalmente, ciò è avvenuto naturalmente anche per me.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi assolutamente un mix di entrambe le cose.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Questo libro non è un romanzo o una raccolta di poesie, dove l’autore in genere lascia “tracce” di se stesso. In questo caso si tratta di uno specifico libro di “descrizione” di sentieri culturali/spirituali, sicuramente c’è dentro la mia passione per la natura e per la storia locale.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente sì! Mia sorella Caterina che mi ha sempre sostenuto affettuosamente e mi ha seguito artisticamente nella stesura del volume.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima persona è stata mia sorella che, come già detto, mi ha dato una grossa mano artisticamente e nell'elaborazione del testo. In seguito, anche la mia amica Marina che mi ha, ulteriormente, dato un grosso contributo nell'esame letterario del testo.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo di sì, anche se io amo ancora il cartaceo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente rappresenta un ulteriore passo dell’era letteraria/moderna. L’audiolibro è uno “strumento” costituito da nuovi e interessanti elementi.
 


 

 

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Martedì, 07 Agosto 2018 | di @BookSprint Edizioni

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