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15 Giu
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Intervista all'autore - Anita Perotti

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
I miei genitori sono italiani, sono nata in Somalia dove mio padre, ragazzo del '99, dopo aver partecipato alla guerra sulle montagne lombarde venete, aveva risposto affermativamente alla chiamata per l'Africa Orientale Italiana. Vita semplice fino a quando gli inglesi ci hanno considerato nemici.
Non ho deciso di diventare scrittrice, e stato tutto causale. Trovandomi in pensione con tanto tempo a mia disposizione, figlio abbastanza cresciuto, compagno deceduto, ho rinvangato il mio passato ed i ricordi sono subito riaffiorati ed ho iniziato a descrivere episodi tutti importanti per la mia vita-
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Di solito pomeriggio e sera.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Wilbur Smith ed i gialli non troppo chiacchierati.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Il sociale di oggi mi ha fatto desiderare di far conoscere episodi belli e brutti della mia vita. Oggi contano solo i soldi, ai miei tempi contava il lavoro e lo studio. Forse riuscirò a far capire che tutto è importante, non solo i quattrini.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tutto ha influito, la severità di mia mamma, gli studi tecnici (ragioneria), e più ancora i compagni e le compagne di scuola, la mancanza di soldi, il primissimo lavoro in montagna accompagnatrice dei ragazzi curati dalla Croce Rossa, la gita scolastica in terza ragioneria, di quasi una settimana a Vienna al prezzo di 14.000 lire durante la quale mi sono divertita tantissimo, ho visto cose meravigliose, e ho conosciuto gli ostelli della gioventù scolastica dove tutto funzionava quasi militarmente, l'aiuto dato al parroco per insegnare catechismo ai bimbi e l'italiano ai primi extracomunitari (albanesi ed altri), il lavoro di più di 30 anni in un'impresa edile-stradale, dove ho diretto un ufficio e dove ho fatto proprio di tutto senza limiti di orario e tanto altro ancora.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
É un modo per raccontare la realtà, specie negli ultimi tempi.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Troppo.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ho fatto tutto da sola. L'aiuto più importante da mio figlio per il funzionamento del computer, ed ora Voi tutti, sempre gentili, che nero su bianco mi avete dato la possibilità di vedere la mia opera trasformata in libro. Ne sto scrivendo un altro sulle emozioni.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Qualche brano, qua e là anche perché a volte mi prende una specie di timidezza.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
SÍ, specialmente per quelli che sono nati con la presenza di questi aggeggi.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho un parere... forse per quelli molto anziani che hanno la vista molto carente.
 

 

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1 COMMENTO

  • Link al commento Anita Perotti inviato da Anita Perotti

    Ho detto così tante cose? Non ricordavo di essere stata tanto chiacchierona.

    Venerdì, 15 Giugno 2018 20:11

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