3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Entrambi sono mezzi, poco di più, e la gente legge per le parole, per i significati, per i concetti, non per il supporto su cui sono scritti.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Direi metà e metà. Ho sempre voluto scrivere, fin da bambino, ma solo a diciotto anni ho avuto la possibilità e la grinta per iniziare.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Direi la voglia di mettermi alla prova. Iniziare un qualcosa di grande e portarlo a termine, senza se e senza ma.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Eh bella domanda, di certo non solo uno. Ma penso che il messaggio di fondo, quello davvero importante che sta dietro a tutto il libro è "Sveglia! Prendi in mano la tua vita! A volte il vento è poco e la nave sembra non spostarsi quasi, ma non azzardarti a togliere le mani dal timone!".
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ho sempre voluto scrivere. Mi sembrava il mestiere più bello, più nobile forse.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Il più intenso che ricordo è quando scrissi il sesto capitolo. Lì ho davvero sentito di aver scritto qualcosa di nuovo, qualcosa che nessun altro aveva mai scritto.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Spesso, molto spesso, e dato che "L'alba degli umani" è l'anticipazione di una trilogia, lo penso ancora.
10. Il suo autore del passato preferito?
Non ho una preferenza in particolare, mi piacciono molto i lavori di Leopardi e di D'Annunzio.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come ho già detto, ciò che conta nella scrittura è il contenuto, non il formato in cui è distribuito.