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BookSprint Edizioni Blog

19 Dic
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Intervista all'autore - Giuseppe Filandia

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Come missionario sono una persona "pratica". Non mi è mai venuto in testa di scrivere per esibizionismo intellettuale o per soddisfare le esigente stilistiche dei lettori. Mi sono trovato in un isola, i cui abitanti parlavano una lingua senza grammatica, senza antologia e con un ridotto vocabolario. La necessità mi ha spinto a preparare un piccolo sussidiario in lingua inglesa, solo per aiutare chi dopo di me avrebbe lavorato in mezzo a quel popolo. Ancora per necessità ho preparato un Catechismo con le più importanti preghiere e nozioni sulla Religione Cattolica e un libretto di canti, sempre nella lingua locale. Se devo parlare di emozione, certamente è una bella soddisfazione scrivere per aiutare qualcuno a compiere meglio la propria missione, e per aiutare un popolo nel conoscere e conservare meglio la sua identità e cultura



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Il titolo del libro parla chiaro. Sono le "Chroniche " un po’ sbarazzine e con una certa dose di umorismo, di parte della mia vita passata nel profondo della foresta Amazzonica e tra un popolo di primitivi in un´isola dell´OceanoPacifico. "Chroniche" scritte a tempo perso, ma che dopo ho visto come potevano scuotere la coscienza di qualcuno, specialmente tra i giovani, a fare lo stesso, perché, in fondo, fare del bene ed aiutare gli altri non ci vogliono cime di chissà quale intelligenza. Il Signore si accontenta anche di "cime di cavoli" se uno vive con passione la propria vita.




3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Come ricordo nella Prefazione, il libro è venuto fuori per caso. Ma, rivedendo la mia vita missionaria fatta di rinunce, di viaggi, di avventure e di incontri con altre culture, mi sono domandato se quello che scrivevo non poteva essere una spinta in più, affinché altri potessero fare lo stesso cammino, fare i "matti" per il Regno di Dio, cioè lasciare tutto per fare ricchi gli altri. Così, quelle che sembravano semplici parole, sono potrebbero essere proposte di un programma di vita per chi volesse essere felice, facendo felici gli altri.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Non ho pensato a un titolo che potesse impressionare gli altri a prima vista. Ho voluto solo definire i contorni del mio lavoro Apostolico, dal Continente delle Americhe al Continente Oceanico, evidenziando, nel sotto titolo, che questo Apostolato è stato vissuto nella più grande allegria e spensieratezza, nonostante le inevitabili difficoltà; quindi "Chroniche semiserie"!



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Senza fare torto a Gesù, il Maestro, il libro che mi piacerebbe avere con me, sono le avventure di TEX... Scherzi a parte, la realtà della vita missionaria, specialmente in certi luoghi, non invoglia a leggere se non qualche articolo di aggiornamento su temi vari. Logico che il libro che mai può mancare nel cassetto, nel cuore e nella vita del Missionario, e non solo, è il Vangelo e in genere la Bibbia. Non dico questo perché sono un prete, ma perché sono super convinto che nel Vangelo, cioè nella Persona di Gesù Cristo, c´é tutta la fonte, i motivi e le ragioni per vivere la vera allegria, la pace, la serenità dello spirito e tutto quello che può desiderare un cuore umano. Provare per credere.



6. E-book o cartaceo?

Appartengo alla vecchia generazione e uso il computer solo per ricevere e mandare E-mail, per qualche ricerca e per notizie di curiosità. Ma credo che se dovessi scegliere, scegliere di leggere un libro in formato cartaceo. Mi sembra che ci sia più intimità sia con l´autore che con ciò che lui vuole trasmettere.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Non sono uno scrittore, anche se dicono che scrivo bene! Sono un semplice cronista, che ha messo nero su bianco per descrivere un po’ della esperienza della mia vita.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Molte ed interessanti cose succedono a un Missionario, ed io essendo un tipo espansivo, ho avuto modo di raccontare qua e là agli amici quello che mi succedeva. Essendo state pubblicate nella rivista Missionaria "Venga il tuo Regno" molte di queste avventure, il Direttore mi diceva che i lettori non vedevano l´ora che arrivasse la rivista nelle famiglie, per leggere quello che dicevo sulla Papua Nuova Guinea. Forse questo mi ha spinto a metter il tutto in un libro.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Io mi sono meravigliato, specialmente quando i responsabili dell´Editrice Booksprint l´hanno letto e corretto, dando un giudizio positivo, e questo mi ha veramente lusingato.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Ho mandato copia del mio manoscritto ad un mio amico Dottore in Sardegna, che l´ha molto apprezzato, consigliandomi di pubblicarlo, perché avrebbe fatto molto bene ai giovani.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Deve essere una invenzione a favore principalmente dei ciechi e di chi ha difficoltà nel leggere. Può essere utile anche ad altri; ma la mia convinzione é che la lettura sia sempre da preferirsi



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