1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Come missionario sono una persona "pratica". Non mi è mai venuto in testa di scrivere per esibizionismo intellettuale o per soddisfare le esigente stilistiche dei lettori. Mi sono trovato in un isola, i cui abitanti parlavano una lingua senza grammatica, senza antologia e con un ridotto vocabolario. La necessità mi ha spinto a preparare un piccolo sussidiario in lingua inglesa, solo per aiutare chi dopo di me avrebbe lavorato in mezzo a quel popolo. Ancora per necessità ho preparato un Catechismo con le più importanti preghiere e nozioni sulla Religione Cattolica e un libretto di canti, sempre nella lingua locale. Se devo parlare di emozione, certamente è una bella soddisfazione scrivere per aiutare qualcuno a compiere meglio la propria missione, e per aiutare un popolo nel conoscere e conservare meglio la sua identità e cultura
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il titolo del libro parla chiaro. Sono le "Chroniche " un po’ sbarazzine e con una certa dose di umorismo, di parte della mia vita passata nel profondo della foresta Amazzonica e tra un popolo di primitivi in un´isola dell´OceanoPacifico. "Chroniche" scritte a tempo perso, ma che dopo ho visto come potevano scuotere la coscienza di qualcuno, specialmente tra i giovani, a fare lo stesso, perché, in fondo, fare del bene ed aiutare gli altri non ci vogliono cime di chissà quale intelligenza. Il Signore si accontenta anche di "cime di cavoli" se uno vive con passione la propria vita.