2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tento di essere autobiografico quanto basta, evitando l'egocentrismo che non tollero; credo che l'umanità e la voglia di vivere siano dei tratti che accomunano tutti davvero. I migliori cantautori ad esempio sono quelli che non personalizzano ma tentano di mettere a disposizione il loro vissuto, la loro esperienza e le loro note per dare qualcosa agli ascoltatori, qualcosa che probabilmente già fa parte di loro. La poesia la possediamo tutti, la dobbiamo solo tirare fuori di noi.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Un appuntamento rimandato da tanto tempo, la volontà di conciliare un vissuto emozionale con uno più ufficiale legato alla professione nel mondo della comunicazione. Perché la comunicazione o è a 360 gradi, o non è. Recuperare la meraviglia è la prima esigenza in una società come quella attuale che impone la tecnocrazia, l'esibizionismo, l'industria dei telefonini che vorrebbero propinarci l'illusione più demenziale e dozzinale: che il paradiso sia qua, e che tutti siamo speciali. Sono convinto che ci sia una strategia dei potenti liberprogressisti atta a inebetirci tutti.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo mi è venuto in mente componendo e ricomponendo, vista la libertà dei versi, e vista la molteplicità di concetti che umilmente ho tentato di rielaborare. Chiarisco che non voglio insegnare niente a nessuno, solo condividere il mio vissuto che magari può essere simile a quello di alcuni lettori. Vorrei, questo si, tirare fuori la poesia che ognuno di noi ha all'interno.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente porterei la brevità della vita di Seneca, perché il tempo non è poco, ma siamo noi che lo sprechiamo. Ne porterei davvero tanti di libri, c'è l'imbarazzo della scelta, la lettura ci fa crescere, ci interroga, ci sorprende
6. E-book o cartaceo?
Assolutamente cartaceo, l'odore delle pagine, il rumore nello sfogliarle non hanno prezzo. Soprattutto è essenziale recuperare il rapporto con il materiale che stiamo perdendo, con l'oggetto fisico annichilito a causa della tecnologia. L'e-book è comodo ma lo vedo su un binario parallelo, come sussidio non come sostitutivo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Fin da piccolo amavo la scrittura, l'ho sempre vista nella dimensione del piacere, verso i 30 anni ho deciso di coltivare questo interesse parallelamente alla scrittura professionale nel campo della comunicazione, per colorare di più le mie giornate.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
H sempre con me un taccuino, riporto le mie impressioni momentanee, e pian piano ci ritorno e lo arricchisco. Volevo raccogliere tanti pensieri in poesia, tutto qua.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una soddisfazione derivante dal superamento della presunzione di tenere tutto per sé tentando di condividere le proprie emozioni con chi potrebbe provare situazioni analoghe, o anche con chi legittimamente ha un altro approccio con la vita.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Una ragazza importante.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È molto importante per chi non ha la possibilità di leggere; ma non vorrei per chi può farlo, che sostituisse il piacere del tomo…